Una spadista eccezionale, un esempio di determinazione. Scorre sangue etneo nelle vene di Rossella Fiamingo, atleta di 25 anni di San Giovanni La Punta che conquista l’argento alla sua seconda partecipazione olimpionica.
Grande emozione per Rossella, l’atleta commossa esulta ammirando la medaglia d’argento scintillante che dedica alla sua gente, alla sua terra, quella Sicilia che tanto ha fatto il tifo ad ogni sua mossa. Talentuosa e determinata, la schermitrice atleta della Forestale, coglie l’ennesima conquista di una ancora giovane carriera, conquista non scontata dato l’altissimo livello della competizione.
Poco importa se l’atto finale della sua cavalcata l’ha vista cedere con onore all’ungherese Emese Szasz, poi vittoriosa in rimonta sulla spadista catanese 15-13. Rossella Fiamingo ha dato ampio sfoggio del suo talento, mostrando coraggio e sana intelligenza agonistica, ma soprattutto lanciando un segnale chiarissimo: la scherma siciliana si conferma al top in ambito internazionale.
Siciliana e fiera, una ragazza che a differenza di molti altri atleti della specialità, ha sceto di continuare ad allenarsi duramente nella sua terra, tra la sua famiglia e il suo allenatore, il “maestro” Gianni Sperlinga, il primo a sostenerla nel suo percorso fin da bambina: «Rossella aveva 7 anni la prima volta che venne da me. Crescendo, ha sviluppato un’intelligenza ed una capacità di leggere l’avversario fuori dal comune, ritrovo in lei molti dei miei insegnamenti».
Il rapporto tra la Fiamingo ed il suo maestro è speciale, a testimonianza del fatto che la spadista etnea continui ad allenarsi ancora nella palestra che l’ha vista crescere e formarsi, la Methodos. «Sono felice che Rossella scelga di allenarsi ancora qui, il mio premio più grande è aver creato un rapporto di spessore umano con un’atleta che sta realizzando i suoi sogni» dichiara il maestro Gianni Sperlinga.
Era con lei il maestro Sperlinga, quando a Rio la siciliana si giocava un posto tra le più forti al mondo alle Olimpiadi, un motivo di grande orgoglio per lo stesso mentore siciliano. «Per me lei è la più forte al mondo. La sua capacità di uscire dalle situazioni difficili è unica – conclude – ma non mi stupisco, è sempre stata un’infaticabile. Ricordo ancora quando era più piccola, apprendeva facilmente e non si tirava mai indietro. Le delusioni c’erano, ma gli dissi che arriva tutto per chi sa aspettare, e anche dopo l’amarezza per il mancato oro, ci ha messo poco per capire che era giusto festeggiare per l’argento ottenuto. Le ho detto di godersi le vacanze, se le merita».
La Sicilia continua a mostrarsi fucina di talenti, miniera di atleti capaci. Rio 2016 rappresenta anche questo, la dimostrazione che si può concretizzare il sogno di una vita e ottenere risultati eccezionali con passione e sacrificio.
10 agosto 2016