«La mafia è meglio dello Stato», secondo il direttore di Radio Padania. Qualcuno non è d’accordo
Catania. I giornalisti vanno in cerca di notizie e oggi per farlo, oltre a compulsare le agenzie di stampa, si trovano a scorrere le bacheche dei social più che quelle degli abbonamenti alle agenzie. Rimane il fatto che hanno il compito di processare in tempi stretti una marea di informazioni. Due notizie hanno colpito l’attenzione del cronista che scrive e sono le seguenti, da un lato le dichiarazioni rese dal direttore della D.I.A. Nunzio Ferla alla Commissione Finanze della Camera e dall’altro le parole del direttore Pier Luigi Pellegrini di Radio Padania. A modo loro infatti hanno parlato entrambi dello stesso tema: la mafia.
Ognuno con la propria sensibilità e conoscenza dell’argomento ovviamente. E così il direttore della D.I.A. ha spiegato che tra gennaio 2015 e agosto 2016 sono state trattate oltre 145mila segnalazioni di operazioni sospette pervenute dall’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia. 1.737 sono state approfondite. Molto attento alla fenomenologia del sistema mafioso, Ferla ha anche parlato del «riciclaggio – spiegando che – è un fenomeno complesso, per sua natura di portata transnazionale, le cui conseguenze si riverberano immediatamente sul fronte delle entrate, determinando una minore crescita per il Paese». Un giro d’affari quello criminale che vale l’1% del prodotto interno lordo totale, in tempi in cui dalle crisi economiche si sopravvive grazie a crescite dello zero virgola. Grazie a questa potenza economica le mafie operano un condizionamento diretto anche nelle attività legali «con effetti di ben più lungo periodo, nel valore». Ma non è tutto nero come sembra, perché negli anni anche gli investigatori hanno affinato le tecniche ed escogitato un sistema efficiente per contrastare la diffusione della criminalità organizzata. Prevenzione, ripartizione delle competenze, cooperazione hanno permesso alla D.I.A. di effettuare sequestri preventivi per un valore superiore ai 2,9 miliardi di euro e confische di beni per oltre 1,3 miliardi di euro solo nel periodo preso in esame.
E poi c’è il direttore di Radio Padania che ieri al telefono con un’ascoltatrice intervenuta durante la diretta radio della manifestazione della Lega Nord a Pontida ha dichiarato che sarebbe «meglio essere governati dalla mafia che dallo Stato italiano. La mafia al Sud almeno qualche servizio lo da».
Direte, il solito giornalista terrone che estrapola la frase dal contesto. E invece vi assicuro che non c’è nulla da estrapolare, perché la discussione tra direttore e ascoltatrice è surreale. Ecco in questa sede, noi non vogliamo giudicare nessuno, nemmeno i leghisti che arrivano ad augurarsi la tragedia dei siciliani sulla loro pelle. Però possiamo far almeno notare al lettore che al collega Pellegrini è sfuggita tra un’agenzia e un tweet la relazione del direttore Ferla? Aggiungiamo per la cronaca, che il PD siciliano ha chiesto al garante di valutare il ritiro delle frequenze a Radio Padania.