SIRACUSA
«Il lavoro è l’unica ricetta che conosciamo per tirarci fuori dalla crisi». Il mantra di Antonello Laneri è lo stesso dei calciatori, del tecnico e dei dirigenti azzurri. Il Siracusa annaspa in fondo alla classifica e, se non è l’ultimo della folta compagnia del girone C di Lega Pro, lo deve alla pesante penalizzazione inflitta al Catania ma anche al passo del gambero della stessa formazione etnea, “capace” di totalizzare appena 7 punti nelle prime sei gare di campionato. La truppa di Sottil di punti ne ha portati a casa appena due e poco importa che gli avversari incontrati finora rispondano al nome di Messina, Foggia, Lecce e Juvestabia (oltre a Taranto e Monopoli, le uniche che hanno diviso la posta in palio con gli aretusei). La media è paurosamente da retrocessione e, se continuerà a viaggiare con il freno a mano tirato, difficilmente riuscirà a riemergere. La squadra appare vulnerabile in ogni reparto. La difesa scricchiola, il centrocampo è statico (malgrado la generosità del 41enne Baiocco) e l’attacco “muto”. L’organico costruito da Antonello Laneri sembra davvero inadatto per una categoria il cui livello è molto simile a quello della serie B per la presenza di tante nobili decadute che aspirano al salto di categoria. Il direttore sportivo azzurro, considerato anche l’esiguo (per la categoria) budget a disposizione, ammontante a circa 900 mila euro, ha fatto di necessità virtù ma i giocatori ingaggiati non paiono adatti ad un palcoscenico in cui alla corsa e allo spirito di sacrificio, occorre affiancare doti tecnico-tattiche che questa squadra sembra non avere.
Il campionato degli azzurri, iniziato male, potrebbe proseguire peggio se l’appuntamento con la prima vittoria dovesse continuare ad essere rinviato. E allora, se è vero che domenica a Melfi non sarà l’ultima spiaggia, è altrettanto vero che i bonus sono terminati o stanno per farlo. Anche perché, dopo Melfi, ecco il Matera di Gaetano Auteri (non proprio una squadra cuscinetto….) prima di due trasferte consecutive contro Vibonese e Fondi. Il calendario non aiuta, ma gli alibi devono essere accantonati. Il Siracusa deve svegliarsi, altrimenti la Lega Pro sarà soltanto una categoria di passaggio. E non sarà semplice spiegarlo ai tifosi.
di Maurilio Abela