CATANIA
Pino Rigoli come Pasquale Marino. L’ha detto Lo Monaco in questa settimana in cui il tecnico del Catania è stato messo sulla graticola (anche dai tifosi), dopo aver conquistato un solo punto nelle due gare casalinghe che dovevano rappresentare la svolta.
L’accostamento però non è un inedito. I più attenti ricorderanno che l’amministratore delegato l’ha usato anche al momento della scelta dell’allenatore ex Akragas. «E’ siciliano come Pasquale: una scelta intrigante» aveva detto Lo Monaco. Per poi ripetersi essenzialmente in questi giorni: «L’allenatore non ha colpe. Vi ricordate come partì Marino nell’anno della promozione in A? Rigoli farà allo stesso modo: partenza difficile e poi grande cavalcata».
Una bella investitura e la caratteristica di Lo Monaco che emerge, come sempre. Lui è il parafulmine, lo è sempre stato: a difesa dell’azienda che, in questo caso, è rappresentata dall’allenatore. Un messaggio chiaro anche alla squadra. Ma torniamo ai protagonisti della storia: Pasquale (Marino) e Pino (Rigoli). In effetti, il compito affidato a Rigoli non è dei più semplici: penalizzato e costretto a risalire la classifica perché il Catania “deve” stare lassù.
Ci sono analogie? Difficile a dirsi. Di certo, allora (stagione 2005/6), la sconfitta che mise in dubbio la scelta della società arrivò a Mantova, 15 ottobre, 3-0 per i virigiliani. Da lì cambiò tutto. Modulo e risultati. Era la decima giornata. La speranza è che Rigoli cominci prima la corsa, anche perché con 7 punti in meno in classifica, non potrà permettersi di arrivare all’undicesima per decollare (a Marino, per l’esattezza, successe alla dodicesima: vittoria a Trieste). Prima del volo, qualche sprazzo allora però c’era stato: 4-1 all’Atalanta, 2-0 a Bari.
E poi, facendo le debite differenze fra la B di 10 anni fa e la Lega Pro attuale, questa squadra ha i numeri, e i giocatori, per comandare in campionato come fecero i rossazzurri di Marino? E’ la domanda. Forse la più importante.
Nel frattempo, oggi in conferenza stampa l’allenatore rossazzurro ha espresso chiaramente il suo pensiero: «Se ho dubbi di essere l’uomo giusto? Nella maniera più assoluta». Niente dubbi, solo scelte. Senza Bastrini e Fornito e con Parisi nuovamente disponibile, Rigoli si gioca tanto a Taranto. Lo Monaco fa il parafulmine, Marino è l’esempio da seguire. Rigoli, adesso tocca a te.
I CONVOCATI PER TARANTO
PORTIERI – 22 Matosevic, 12 Pisseri. DIFENSORI – 3 Bergamelli, 13 De Santis, 20 Djordjevic, 6 Gil, 15 Mbodj, 2 Nava, 28 Parisi. CENTROCAMPISTI – 27 Biagianti, 4 Bucolo, 24 Di Cecco, 23 Di Grazia, 5 Scoppa, 8 Silva. ATTACCANTI – 19 Anastasi, 11 Barisic, 7 Calil, 9 Paolucci, 14 Piscitella, 10 Russotto.