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Bianco, Firrarello e il patto del Pistacchio – Ultima TV


CATANIA

Le foto opportunity della scorsa domenica ritraggono Enzo Bianco alla sagra del Pistacchio di Bronte in veste ufficiale di sindaco metropolitano. Una presenza naturale per il ruolo, ma che ai più appare invece come un passaggio calibrato in vista dei prossimi appuntamenti elettorali 

Il sindaco di una città metropolitana partecipa a tutte le sagre che si celebrano nel territorio? Bronte è la patria del pistacchio e la tradizionale manifestazione in onore dell’oro verde, la 27° per l’esattezza, ha visto il primo cittadino di Catania in prima linea. Che poi Bronte sia il feudo consolidato di Pino Firrarello questa è un’altra storia. O forse no. Il patto del pistacchio? Chissà, i segnali sono evidenti e sotto gli occhi di tutti. Non più tardi di una settimana fa il monarca di Bronte, dopo una visita a Palazzo degli Elefanti, aveva apertamente lanciato la corsa alle regionali, consacrando Bianco come «il migliore candidato alla presidenza della Regione» (fonte Livesicilia). Solo fumo negli occhi? Il patto Castiglione – Firrarello – Bianco addirittura sembra solido e ben rodato.

Chi mastica di politica sotterranea e tiene alla scaramanzia sa bene che un annuncio del genere non porta bene e dunque non è così apprezzato. Ma il dato su cui concentrarsi è un altro. Bianco inizia a farsi vedere in quei luoghi dove può acquisire consensi nell’ottica lungimirante di tenere i piedi in più staffe (leggasi tavoli), per quanto i bene informati dicano che non ha la reale intenzione di candidarsi alle regionali, puntando invece con decisione alla ricandidatura a sindaco di Catania. Anche perché, la vittoria del si al referendum costituzionale di dicembre gli aprirebbe le porte del Senato con sicure possibilità di sedere sulla poltrona di presidente. A giochi fatti, ci sarebbe il prevedibile passo indietro per le regionali, uno specchietto per le allodole, uno strumento proficuo per cercare poi nuove intese e scambi fruttuosi. Il modello è seguire un percorso per poi andare da un’altra parte.

Qualche «malalingua» continua a ripetere che i primi segnali c’erano già stati durante la campagna elettorale delle comunali del 2013, con Stancanelli battuto per la scarsa incisività dell’azione intrapresa proprio da Firrarrello e Castiglione. Un passaggio dietro al quale si celava la figura di Bianco. Una tesi confermata dalle prime riunioni del gruppo Pdl a Palazzo degli Elefanti, nelle quali il confronto si era subito fatto serrato per gli inviti di Castiglione ad una opposizione costruttiva. Una sollecitazione a cercare il dialogo e mostrarsi morbidi. Tesi non gradita da tutti. In soldoni, un progetto già ben studiato e dunque programmato.

In attesa di novità sull’asse più ampio Bianco – Sammartino – Faraone. L’idea di un’area di centro allargata sorretta dall‘usato sicuro, però, non piace a tutti tra le fila del PD. Ma oggi questa è davvero un’altra storia. Ancora tutta da scrivere…

 

 

 

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