«Sul Nodo Gioeni presentiamo oggi alla città un progetto utile e atteso riguardante la viabilità, la sicurezza e la riqualificazione architettonica. Già dal prossimo mese di settembre prenderanno il via i lavori del progetto che ha la doppia finalità di mettere in sicurezza sotto il profilo idraulico e geotecnico un nodo fondamentale per la viabilità cittadina e di definire il frontale prospettico a nord della via Etnea, creando un ideale collegamento con la piazza Duomo e la fontana dell’Amenano». È un passaggio significativo pronunciato dal sindaco Bianco durante la conferenza stampa di presentazione dei progetti di riqualificazione del Tondo Gioeni, tenutasi il 12 agosto a Palazzo degli Elefanti. Proprio in quella circostanza Bianco aveva sottolineato il peso dei disagi che i catanesi avevano dovuto affrontare dopo l’abbattimento del ponte: «Catania ha molto sofferto in questi tre anni a causa del cavalcavia il cui abbattimento ha dovuto essere completato».
Il mese di settembre è trascorso per intero ma dei lavori nessuna traccia. La posizione strategica del Tondo Gioeni, dal punto di vista del traffico e della viabilità, nella previsione di nuovi lavori mette paura a chi giornalmente affronta quel tratto di strada. Un’arteria cruciale che potrebbe soffrire di ulteriori ingorghi. D’altro canto, il Nodo Gioeni ha messo d’accordo tutti i catanesi sulla inopportunità della sua realizzazione. A prescindere da convinzioni politiche e scelte ideologiche. Fatto raro. Non capita tutti i giorni di accomunare i catanesi su un unico argomento. E questa amministrazione, suo malgrado, c’è riuscita.
La gara per la riqualificazione dell’area era stata bandita nell’aprile del 2016 e il 4 luglio erano stati aggiudicati i lavori. C’era però il ricorso inoltrato da un’azienda e il Tar si sarebbe dovuto pronunciare il 22 di settembre. Giudizio che è stato rimandato. Questa è la ragione per cui l’Amministrazione è stata costretta, oggi, a posticipare l’avvio dei lavori. Per quanto fosse inizialmente nelle sue intenzioni (ritenendo di averne la facoltà) di consegnare i lavori all’impresa aggiudicataria sotto riserve di legge.
«In una nota il presidente del Tar ci ha detto di non procedere – spiega Luigi Bosco, assessore ai lavori pubblici del Comune di Catania – Aspettiamo la sentenza da un momento all’altro. Ovviamente, questo ha comportato lo slittamento dell’avvio dei lavori. La motivazione è legata al fatto che questo può ledere i diritti di terzi nel caso di accoglimento. Un passaggio inevitabile perché tutela il lavoro del ricorrente o di chi subisce il ricorso. A settembre doveva partire il progetto relativo alla sistemazione del muro, necessario per irregimentare le acque meteoriche. Per intenderci è il problema della cascata che si crea a causa delle precipitazioni. Noi avremmo potuto fare un’opposizione ma solo in caso di perdita di un finanziamento (ad esempio). Per quel che concerne il secondo progetto, cioè la realizzazione del prolungamento di Via Giuffrida Castorina, i cui lavori erano programmati per il 2017, siamo in attesa della definizione finale degli espropri dei terreni privati».
Il primo progetto, come si ricorderà, riguarda la messa in sicurezza idraulica e geotecnica e la sistemazione artistico-architettonica e a verde del Tondo Gioeni. Lavori che dovrebbero essere realizzati in sei mesi e costare complessivamente quasi 800.000 euro.
Dovremo attendere ancora prima di poter ammirare la struttura architettonica con una fontana che ricorderà quella dell’acqua o Linzolu di piazza Duomo.