CATANIA
Probabilmente si dovrà cominciare dai fondamentali: il classico “ The pen is on the table” oppure“ The door is near the window”. E ancora il “simple present”, il “present perfect” e il “simple past”. Ovviamente ampio spazio dev’essere dato alla “conversation” perchè in una città turistica come Catania, dove i totem informativi si contano sulle dita di una mano, orientarsi nel centro storico è molto difficile. Polizia Municipale poliglotta, vigili urbani 2.0 con gli agenti sotto l’ombra del vulcano chiamati a dare supporto a tutti quei turisti che- guide e depliant alla mano- vogliono sapere dove si trova piazza Duomo, piazza Stesicoro oppure il museo di Vincenzo Bellini. “ Where is?” E’ qui diventa fondamentale non fare brutte figure. In questo contesto il corpo della polizia municipale ha già avviato tante iniziative. Perchè conoscere il dialetto va bene ma avere padronanza con il vocabolario francese o di Sua Maestà è meglio: Alberto Sordi in un memorabile film insegna.
Naturalmente in cima alla lista delle scelte c’è l’inglese. Ma in tutta Italia i comuni si stanno attrezzando pure con corsi di arabo, spagnolo, francese e tedesco. La direttiva principale è molta pratica e poca teoria. La base resta quella di dare indicazioni su dove trovare monumenti e Cattedrale. Per quegli agenti che le lingue straniere le masticano ancora molto poco c’è sempre “babbel” oppure “google translate”, stando sempre ben attenti però alle traduzioni automatiche; si rischia di fare errori comici. Se poi il vigile ha a che fare con questo tipo di turisti può solo armarsi di santa pazienza.