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Teatro Biondo, cassa integrazione per 12 lavoratori – Ultima TV


Poca chiarezza ancora sui criteri utilizzati per i cassintegrati. In progetto l’accorpamento con il Teatro Montevergini per intercettare più introiti ed ampliare la produzione. La proposta sarà vagliata dal Consiglio comunale nei prossimi giorni

PALERMO

Da lunedì 17 ottobre dodici dipendenti del Teatro Biondo andranno in cassa integrazione per sei mesi. La decisione è frutto di tagli per far fronte ad un debito di 3,5 milioni di euro. Ieri, a Villa Niscemi, si è svolta una riunione tra il sindaco Leoluca Orlando e i rappresentanti sindacali di categoria. Durante l’incontro il primo cittadino ha garantito che l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale non è finalizzato ai licenziamenti. Il sindaco ha anche ribadito il suo impegno e quello dell’amministrazione comunale per la salvaguardia dell’ente e dei dipendenti, con l’auspicio di rendere il teatro un luogo di spettacolo e di cultura di prospettiva nazionale. «Bisogna mettere in atto un piano industriale – ha detto Orlando – così come è stato fatto per il Teatro Massimo e per l’Orchestra Sinfonica Siciliana, evitando una politica di tagli».

Il sindaco ha dato anche possibili soluzioni per il rilancio del Teatro, come la poli-funzionalità dei dipendenti, eventuali prepensionamenti e un eventuale accorpamento del Teatro Montevergini all’Associazione Biondo. Quest’ultima iniziativa, che sarà proposta al Consiglio Comunale, potrebbe garantire più produzione e maggiori introiti. Un’alternativa potrebbe essere rappresentata dall’accensione di un mutuo per far fronte al debito, che l’Associazione si porta dietro dal 2008 e che ha comportato finora parecchi interessi passivi.

Sulla scelta dei criteri utilizzati per i cassintegrati c’è poca chiarezza. Si tratta di tre impiegati dell’amministrazione, uno dei quali responsabile del botteghino, uno dei più anziani del reparto, di due portieri, di una sarta (unica del reparto), di un macchinista, di un addetto al marketing (messo in c.i. in piena campagna abbonamenti) e di un insegnante della scuola di teatro.

di Michele Sardo



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