CATANIA
Pronta ai nastri di partenza la prima edizione del SabirFest cultura e cittadinanza mediterranea a Catania. Il festival, che in realtà è già alla terza edizione, si è sempre svolto a Massina, quest’anno invece ha deciso di sdoppiarsi. L’edizione messinese si è da poco conclusa mentre quella etena è prevista dal 13 al 16 ottobre al Palazzo della Cultura di Catania. L’idea nasce dall’esigenza di ripensare insieme il Mediterraneo, connettendo le storie e le esperienze di quanti lo pensano come spazio di solidarietà e di pace, piuttosto che di conflitti e di morte.
Nell’ edizione di Messina si è affrontato il tema dei Vuoti Di Memoria inteso come una riflessione sul rapporto che il nostro tempo e noi stessi intratteniamo con il ricordo come esperienza individuale, ma anche come pratica sociale. A Catania invece la manifestazione verterà sulla Città Arcipelago, per avviare un’analisi sulla relazione tra il capoluogo etnea, città mutevole, dinamica, distrutta sei volte e per sei volte rinata, e il Mediterraneo.
Conoscenza, solidarietà, diritti sono i tre punti fermi su cui si snoda il fitto programma di incontri, seminari, pièce teatrali, laboratori, proiezioni, organizzati dalle libraie della Libreria Vicolo Stretto insieme a AME, Leggerete, Libreria Vicolo Stretto e IN/ARCH Sicilia.
Abbiamo incontrato Maria Carmela Sciacca, titolare, insieme alla sorella Angelica, della Libreria Vicolo Stretto di Catania che ci ha spiegato l’anima e l’organizzazione del Sabir Fest e inoltre ci ha parlato del fantastico ma difficile lavoro di libraio.
SabirFest è alla sua prima edizione catanese, puoi spiegarci il senso del tema scelto “Città Arcipelago” e dirci come sarà strutturato il festival?
«Il SabirFest vuole unire il concetto di città con quello di migranti, per questo il tema scelto è città Arcipelago, perché si crea una comunicazione tra le tante isole permettendo alle persone di incontrarsi e conoscersi. La manifestazione sarà divisa in aree temaitiche: SABIRFESTIVAL, in cui si avranno incontri e confronti con intellettuali, scrittori, artisti di diverse lingue e Paesi mediterranei. Poi vi è SABIRLIBRI, una libreria collettiva con circa 10000 libri esposti e 50 case editrici presenti che ti inviteranno, attraverso la lettura, alla scoperta delle voci e dello sguardo dell’altro. Infine SABIRMAYDAN uno spazio di seminari e dialogo con forum mirati, sulle possibili alternative economiche del Mediterraneo e sulla libertà d’espressione. SabirFest vuole essere Uno spazio di pace e dialogo con una particolare attenzione ai bambini, per i quali è stata riservata un’area ricca di i laboratori di modo da far interagire i bambini tra loro e creando un contatto»
Tu e tua sorella Angelica siete le giovani libraie di Vicolo Stretto, realtà ormai apprezzata e conosciuta a Catania, pensi che lo stato agevoli o penalizzi la creazione di luoghi culturali come la tua libreria?
«In Italia dovrebbe esserci una legislazione più agevolata, che in qualche modo c’è con il regime dei minimi, però occorrerebbe abbattere ancora certi costi troppo esorbitanti da gestire. L’inps, per esempio, è a tassazione fissa e questo incide molto, la percentuale di guadagno per noi è del 30 % sul libro, dal quale dobbiamo detrarre il 2% di resa perché la spedizione è a nostro carico. E poi secondo me più che un aiuto fiscale, noto che manca da parte dello stato un coordinamento rispetto al fatto culturale, non voglio dire che debbano aiutarci ma magari dovrebbero sostenerci, permettendo di integrarci nel tessuto sociali e facendoci entrare in contatto con le scuole, le università e le associazioni. Ti dico solo che a Roma in quattro anni hanno chiuso circa 30 librerie, questo accade perché i mega store ci uccidono, con loro non esiste competizione»
Che rapporto deve avere il libraio con in suoi clienti e soprattutto come viene effettuata la scelta dei libri e delle case editrici da esporre nei vostri scaffali?
«Una libreria indipendente deve fidelizzare i clienti perché se no non possiamo resistere contro un mercato che vede la Mondadori o la Feltrinelli lanciare sconti 360 giorni l’anno. Noi abbiamo lettori molto giovani dai 25 ai 35 anni e il 90% sono donne. La scelta di libri e delle edizioni da tenere e offrire è mirata rispetto ai miei clienti, vale molto nella decisione la veste grafica e la linea editoriale che noi studiamo prima per ogni casa editrice, poi in realtà sono anche le tematiche a conquistarci»
Vicolo Stretto ha diversi profili sui social più noti, facebook, twitter, instagram che rapporto avete con questi nuovo mezzi online?
«I social se saputi usare sono ottimi mezzi di comunicazione e di chiamo, noi abbiamo visionato il trend dell’ultimo anno e grazie a facebook in particolar modo c’è stata un aumento esponenziale che si è riflesso sulla crescita dell’azienda»
Cosa ne pensi degli gli e-book li trattate nella vostra libreria e come trovi l’attuale mondo editoriale, è possibile trovare nel nostro panorama contemporaneo “grandi” scrittori?
«Gli e-book non li ho mai trattati però non penso che riusciranno a sostituire il libro perché chi legge vuole toccare, sentire il contatto con la carta. Certo ci sono anche tante persone che viaggiano e lo trovano sicuramente più comodo, ma il lettore appassionato sceglierà sempre il libro. Il mondo editoriale non è mai costante c’è stato un grande calo tra il 2013/14, poi non so probabilmente a causa delle vendite a picco si è optato per una propensione verso la qualità e devo dire che l’edizioni del 2015 e quelle all’inizio del 2016 sono state davvero pregiate. Non penso ci saranno almeno al momento scrittori di levatura pari a quelli di inizio 900 ma questo anche perché i nostri tempi sono talmente liquidi e poco aderenti alla realtà che il racconto diventa difficili»
Secondo te come deve essere un buon libraio e che qualità dovrebbe possedere?
«Intanto leviamoci dalla mente lo stereotipo dell’occhiale e la polvere addosso, un buon libraio deve essere dinamico, ironico, simpatico, deve fermarsi a parlare con i suoi clienti e creare un ambiente piacevole nel quale il lettore entra per guardare ed esce con tre libri ! Nelle librerie piccole come la nostra devi trovare qualcuno pronto ad ascoltarti. Inoltre sono è importante creare sinergie e interazione, se noi non ci fossimo soffermate a curare gli incontri e le presentazioni non saremmo durati più di due anni. L’evento ti fa conoscere, porta gente e crea fiducia, è un discorso culturale a 360° che deve creare un tessuto sociale e agevolare la cultura a tutti e per tutti».