Vandalizzata e depredata oggi la struttura è ridotta ad uno scheletro di cemento. Le associazioni del territorio: «Recuperatela oppure distruggetela»
CATANIA
Chiusa per vandalismo, riaperta per attività illegali. Nell’ex scuola “Brancati” dello Stradale San Teodoro l’evidenza vale più di mille parole. La realtà arriva dritta come un macigno a tutti coloro che dall’Asse e dalle vie limitrofe sbirciano tra i muri sfondati e le ringhiere divelte. Ma in quell’assenza, in quel vuoto, in quell’abbandono le camere ripulite, le stanze murate, i buchi riempiti con i mattoni forati qualche dubbio – sul fatto che nell’ex scuola non ci sia più nessuno- lo lascia.
Il primo segnale che in questa parte del quartiere di Librino sta succedendo qualcosa di strano sono i materassi e le coperte accatastati in alcune stanze del piano superiore.
Quella parte di struttura dove arrivarci non è molto semplice visto che le scale – in acciaio- sono state quasi completamente smontate. Poi i muri pieni di buchi di proiettile che sembrano feritoie, i recinti improvvisati, le sale ripulite dai detriti. E ancora, i resti dei roghi in palestra per recuperare i fili di rame. Insomma troppe cose non quadrano.
Perchè un’enorme struttura, di proprietà comunale e lasciata in queste condizioni da anni, interessa a così tanta gente? A Librino simili casi ci sono già stati nelle masserie all’interno del Parco di Monte Po ed è troppo evidente per non capire: il cancello d’ingresso sempre aperto, alcune porte e finestre murate, strani rumori che tolgono il sonno ai residenti della zona.
Un hotel per disperati, un sito pieno di stalle abusive per i cavalli oppure un luogo per l’allevamento dei cani? L’edificio dello Stradale San Teodoro potrebbe essere tutte e tre cose insieme. Una situazione drammatica che evidenzia- qualora ce ne fosse ancora bisogno- che l’ex scuola è il centro di una lunga serie di attività criminali. Sulle pareti murales che indicano a chi appartiene questa o quella stanza. Poco distante, anche le associazioni di Softair lasciano il proprio marchio.
«Ma non dovrebbe essere inaccessibile per chiunque?» Bella domanda. Sopratutto perchè a farla sono i comitati spontanei del territorio. «Il problema è evidente e nessuno può dire di non sapere – dice Davide Cosentino, volontario di una delle tante associazioni di Librino – dall’Asse o dallo Stradale si riesce ad avere una percezione immediata di quello che abbiamo tra le mani. La struttura è inaccessibile solo per coloro che qui sognano un luogo di aggregazione per le famiglie del territorio»