WASHINGTON
Niente stretta di mano, battute al vetriolo e anche qualche insulto ieri sera a Manhattan tra Donald Trump e Hillary Clinton alla Al Smith dinner, una cena di beneficenza che da quasi 70 anni è diventata un rito della politica americana, dove i candidati presidenziali, a pochi giorni dell’election day, sono chiamati a scambiarsi più facezie che frecciate. Ma all’indomani dell’ultimo ruvido duello tv, i due nominee, separati a tavola solo dal cardinale arcivescovo di New York Timothy Dolan nel proibitivo ruolo di peace-maker, hanno confermato che si detestano in modo insanabile.
Dopo la mancata stretta di mano, il tycoon è partito in modo soft: si è vantato ironicamente di essere conosciuto per la sua modestia, quindi ha deriso la Clinton sostenendo che gli invitati della serata erano «la folla più grande della stagione» per la candidata democratica e che era la prima volta che Hillary sedeva e parlava a leader aziendali senza essere pagata.
L’ex first lady è stata al gioco ridendo ma poi il tycoon ha abbandonato il fair play e si è lasciato andare agli insulti, descrivendo la Clinton come «corrotta» e attaccandosi alle informazioni contenute nelle sue email hackerate, comprese le offese del suo staff ai cattolici. Un cambio di tono che non è piaciuto al pubblico.