CATANIA
Ogni giorno centinaia di persone affrontano la dura sfida che, almeno una volta nella vita, tocca a tutti: andare negli uffici dell’agenzia delle entrate di Catania
Parliamo, per chi non lo sapesse, di quel maestoso palazzo in cemento armato che si trova sulla circonvallazione in direzione Misterbianco, poco prima del sempre deserto “Centro commerciale Ulisse”. È capitato qualche giorno fa ad un nostro lettore che dopo aver chiesto informazioni, ai poco interessati impiegati all’ingresso, abbia iniziato un lungo excursus durato ben tre ore per la semplice registrazione di un atto.
Ma andiamo per gradi: la prima fila si fa all’ingresso ed inizia dalle prime ore del mattino con la malsana abitudine siciliana della “lista” che tra uffici e discoteche ci accompagna sin dall’infanzia per indicarci il turno; successivamente, come detto, si passa dall’area di selezione dove un impiegato, con la gentilezza di un camionista sbronzo, ed una guardia giurata allegra come uno zombie rilasciano il ticket che permetterà, salvo imprevisti, il disbrigo della pratica. Capita anche che i due geniali impiegati non abbiano idea del cammino da far intraprendere al povero contribuente e lo lascino vagare all’interno del front-office con la frase: «Vada allo sportello 17. Se non c’è nessuno veda accanto, “ca iddi ni capisciunu chiassai”»!
Per fortuna – è ironico ovviamente – l’impiegato è allo sportello, come sempre dovrebbe essere, e una volta sentita la richiesta decide di mandarlo dal “Capo Team” al secondo piano per vedere il da farsi. Senza pass, la guardia ne da uno in cinque, senza la richiesta di un documento d’identità, comprendendo anche persone sconosciute tra loro e con diversa destinazione, inizia a salire verso il secondo piano alla ricerca del fantomatico “Capo Team”.
Naturalmente il “secondo piano” non è grande come la stanza di un bambino e solo dopo diverse richieste ed altrettanti “cortesi” «Più avanti vada!», viene trovata la stanza incriminata con porta chiusa e gente fuori ad attendere il suo arrivo. Classico!
Dopo circa 40 minuti decidiamo di scendere a chiedere informazioni all’ingresso, ed è allora che incorriamo nell’increscioso scempio presente nella fotogallery.
Cartacce, spazzatura, oltre a mobili in disuso lasciati ad inumidirsi e distruggersi all’aperto, tra utenti dispersi e cicche di sigarette lanciate da quest’ultimi e da impiegati vari.
Cosa ancora più incredibile è l’incuranza delle stanze, lasciate spesso aperte e alla mercé di chiunque si trovi a passare, come da video:
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Ma oltre alle stanze personali, ad essere lasciate aperte sono anche quelle contenenti i documenti dei contribuenti, dove chiunque, anche senza pass, visti i mancati controlli, può prendere e fare ciò che vuole.
Dopo circa due ore, si scopre che il “Capo Team” si trovava in riunione dal “Capo supremo” ed invece di lasciare un appunto sulla porta per quei disgraziati che perdono giornate intere per procedure oramai basilari nelle altre agenzie nazionali, una volta arrivato ha sistemato il tutto stampando una circolare per il dipendente allo sportello da seguire fedelmente. Sarebbe bastata una migliore sinergia tra i due, o anche una maggiore preparazione del primo interpellato, per avere due timbri ed una fotocopia in 5 minuti.
La cortesia è stata poi dimostrata da entrambi i dipendenti, ma non è possibile perdere una mattinata per una procedura tanto banale!
Immaginate questo tam-tam ripetuto per almeno mille utenti al giorno e capirete subito il caos che viene a crearsi per futili motivazioni, come impreparazione, malcurata lettura dei testi presentati e delle circolari interne e, soprattutto assoluta disorganizzazione.
Per non parlare dei controlli: non effettuati in nessun livello, dall’ingresso alla zona dirigenziale. Il caos regna sovrano all’Agenzia delle Entrate di Catania ed oltre alla disorganizzazione, lo scempio del mobilio vecchio lasciato a marcire, l’immondizia non raccolta da giorni e l’assoluta mancanza di controlli, rendono il palazzo un vero e proprio pericolo per gli utenti.
E non solo a livello di stress!