CATANIA
In Sicilia sono circa cinquemila le strutture ricettive non autorizzate. Questo dato ne tira in ballo subito un altro: cinquantamila le camere gestite in nero. Un sommerso che fa tremare gli albergatori in regola, costretti a combattere una concorrenza sleale.
E proprio oggi, a Catania, dieci strutture sono finite nel calderone dei controlli.
Hanno accolto diciassettemila persone nei loro Bed&Breakfast e Case Vacanze ma una parte erano irregolari e tre totalmente abusivi. I turisti chiaramente non potevano immaginare che il posto in cui stavano alloggiando non aveva alcuna autorizzazione e dunque non spuntava nel portale dell’ufficio del Turismo del Comune.
Catania, Acireale, Nicolosi un viaggio nella zona grigia del turismo alla scoperta dei “furbacchioni”. Sono stati passati al setaccio i registri di tutti i pernottamenti degli ultimi sei mesi per scoprire che c’è stata un’evasione fiscale di quasi duecentomila euro.
Sette le persone denunciate. Si va a caccia di guadagni “facili” sulle imposte di soggiorno. In sostanza il “giochetto” che molti fanno è quello di non comunicare alla Questura i nominativi dei clienti alloggiati ma adesso i sette dovranno giustificare le dichiarazioni mendaci. A effettuare i controlli sono stati i finanzieri del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catania. Non è il primo caso e non sarà neanche l’ultimo.
Solo a marzo altre 17 strutture sono finte nella rete dei controlli, tutte completamente abusive. Su Booking, Expedia, Trivago, Tripadvisor, Airbnb a Catania spuntano circa 575 offerte e di queste più o meno 300, compresa la provincia, sono regolari, il resto no. Tuffiamoci, dunque, dentro il dato ed è un mondo di abusivismo e irregolarità che troviamo. Federalberghi nella provincia etnea conta solo 13 mila posti letto autorizzati.
«In realtà il problema è ben più ampio – dichiara Grazia Romano, presidente Giovani Federalberghi Catania – Spesso ci son strutture che risultano autorizzate come B&B e dunque possono avere massimo 5 stanze e invece all’interno ne trovi anche dieci. Sono loro la vera piaga perché è difficilissimo individuarle. Creano una concorrenza spietata a noi albergatori durante la bassa stagione perché paradossalmente in questi periodi dell’anno io sono costretta a ridurre le tariffe perché si dimezza l’offerta e mio competitor diventa anche un semplice B&B. L’unica differenza – incalza la Romano – è che io metto a repentaglio la sopravvivenza della mia azienda e dunque di tutti i miei dipendenti che sono molti di più di un Bed&Breakfast».
Centinaia, dunque, le attività fuori controllo che operano nei normali circuiti turistici e da una parte c’è chi non paga la tassa di soggiorno e dall’altra chi richiede il pagamento direttamente in contanti. «Ho segnalato alla città metropolitana di Palermo, ex provincia, un albergo in pieno centro non autorizzato – afferma l’imprenditore turistico Salvo Zappalà – Mi hanno risposto che non possono agire. Ecco il paradosso: rilasciano le autorizzazioni ma se trovano un abusivo non possono agire e mi hanno detto di rivolgermi ai vigili urbani. Assurdo».