Home » Attualità » Qè, la nuova opportunità si chiama “Di Bella Group” – Ultima TV

Qè, la nuova opportunità si chiama “Di Bella Group” – Ultima TV


CATANIA

L’ azienda “Di Bella Group” si è dichiarata interessata a «creare le condizioni per una nuova realtà imprenditoriale che non emuli Qé ma crei una prospettiva». È questa la novità che è emersa al termine dell’incontro che si e’ tenuto nei locali dell’assessorato regionale Attività produttive per discutere della difficile vertenza del call center Qé di Paternò.

Presenti al tavolo l’assessore alle Attività Produttive Mariella Lo Bello, il sindaco di Paternò Mauro Mangano, i rappresentanti della Di Bella Group, le segreterie regionali e provinciali di Slc Cgil e Fistel Cisl. Lo Bello ha assicurato di voler cercare soluzioni per la continuità occupazionale dei lavoratori con la ricerca di progetti validi.

«L’assessore ha segnalato che la presenza al tavolo della Di Bella Group crea i presupposti utili all’individuazione di un percorso, ancora tutto da costruire – spiegano i rappresentanti delle due sigle sindacali- condivisibile con tutti gli attori principali che porti allo Start up di un vero piano lavoro e che dal lato Regione possa ottenere una convocazione al Ministero dello Sviluppo economico, nonché ad una interlocuzione con le committenti principali senza la presenza dell’azienda Qé ormai ritenuta inaffidabile».

Dichiarano le segreterie regionali e provinciali Slc Cgil e Fistel CISL: «Siamo cautamente soddisfatti di questo primo incontro su questa delicatissima vertenza, ringraziamo per la disponibilità l’assessore Lo Bello soprattutto per il contributo costruttivo e fattivo rispetto alla ricerca di soluzioni adeguate per i lavoratori e per l’intero territorio catanese. Confidiamo nella disponibilità manifestata  al tavolo della Di Bella Group che con la sua presenza rafforza l’idea di un progetto credibile. Lo spirito di condivisione e confronto di questo tavolo dovrebbe incentivare anche le committenti ad investire la propria responsabilità sociale e umana».

«Diciamo da tempo che bisogna investire nelle professionalità di questi lavoratori che oramai sono allo stremo delle forze. Abbiamo ribadito che per la ricerca di un piano lavoro serio non può essere annoverata la Qé, per noi azienda priva di credibilità. Siamo stati rassicurati dall’assessore: ci sarà un intervento sia verso la committenza sia verso il MiSe, Ministero che deve diventare regolatore di un percorso di recupero sia lavorativo che sociale. Presto ci riattiveremo nel territorio per sollecitare la Prefettura affinché riesca ad aprire quel tavolo di crisi nazionale necessario a consolidare le soluzioni. Siamo consapevoli che il tempo diventa il nostro nemico principale poiché più si va avanti senza trovare soluzioni, più il lavoro si depaupera a discapito dei 600 lavoratori e delle loro famiglie».



Top