CATANIA
Hanno scelto di ritornare in piazza, simbolicamente di fronte la sede del negozio sociale Tim di via Etnea, per difendere i diritti conquistati negli ultimi 40 anni. Radunati in un sit-in i lavoratori Telecom di Catania intendono denunciare attraverso volantini e cori contro le scelte aziendali che prevedono il taglio del contratto integrativo.
«In questo modo – spiegano in una nota i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil – si destrutturano di fatto le radici del contratto nazionale. Questo grave atto unilaterale, fatto solo come recupero del costo del lavoro, mette in evidenza la miopia industriale del più grande gruppo industriale del settore Telecomunicazioni».
Per le segreterie provinciali di Slc Cgil, Fistel Cisl e UIlcom Uil «Il nuovo management insediato con a capo l’AD Cattaneo sta mettendo in campo strategie di recupero sul costo del lavoro per un ammontare di circa 1,2 miliardi, ma tutto a scapito dei 48.000 lavoratori (circa 500 dei quali operano a Catania). Mentre l’azienda fa confluire milioni di euro nelle tasche dei suoi dirigenti, è in atto un goffo tentativo di disdettare il contratto integrativo nel quale sussistono diritti acquisiti e normative fondanti del contratto nazionale, dimostra come oramai in Italia la politica industriale di queste grandi lobby finanziarie mira soltanto ad un recupero economico da spartire nei vari consigli di amministrazione».
«È invece necessario che Telecom investa sul progetto di informatizzazione e digitalizzazione del Paese, partendo dalla rete di nuova generazione, le infrastrutture immateriali diventano fondamentali per lo sviluppo economico-finanziaria dell’Italia. È necessario che il Governo e l’autorità garante intervengano sulla linea industriale di Telecom che porterà gravi disagi sociali ed economici alle lavoratrici ed ai lavoratori interessati e soprattutto creerà disservizi qualitativi ai cittadini consumatori rispetto ad un servizio universale».