CATANIA
Pedara. Anche la città di Pedara ha adesso la sua “Panchina Rossa”. Una seduta con i toni vibranti della passione ma che al tempo stesso ha il colore acceso del sangue, lo stesso che hanno versato tante donne morte ammazzate da chi credevano le amasse. Tra loro Giordana Di Stefano e Laura Russo, la prima accoltellata a Nicolosi dall’ex compagno e padre di sua figlia, la seconda per mano del papà a San Giovanni La Punta. Vera Squatrito e Giovanna Zizzo le madri di queste giovani donne uccise da un amore malato portano avanti con dignità un dolore immenso che hanno deciso di trasformare in un grido contro un silenzio struggente: così va avanti la loro lotta pacifica contro ogni forma di violenza, una dolce carezza per infondere la cultura del rispetto verso l’altro. La loro presenza ieri sera di fronte piazza Don Bosco, dove si trova la Panchina Rossa iniziativa questa che conta già nove istallazioni in Sicilia ideata da Joe Faro e sposata dall’amministrazione comunale, ha riempito di significato un momento commovente che ha visto il Sindaco Antonio Fallica, l’Assessore Marina Consoli, la baby sindaca Azzurra Ursino e le consigliere comunali Tiziana Petralia, Elisabetta Pasqualino, Mariangela Petralia e Vera Milone dare gli ultimi ritocchi di vernice scarlatta alla panca che è stata svelata alla città. Presenti tra gli altri il Vicesindaco Francesco Laudani e gli assessori Leonardo Laudani e Salvo Torrisi. «Ringrazio le mamme di Giordana e Laura – ha detto il Sindaco Fallica che ha aggiunto – Le vostre figlie sono vive perché è vivo il loro ricordo. Persone come voi riescono ad essere fermento vivo all’interno di una società che oggi di civile ha ben poco. L’impegno che mettiamo è rivolto a tutti gli strati della nostra società. Per questo abbiamo voluto coinvolgere con l’assessore alla Pubblica Istruzione Marina Consoli, motore di questa giornata, anche gli studenti per spiegare loro che la violenza parte proprio dai primi rapporti umani che si instaurano a scuola. Quello che noi oggi chiamiamo ad esempio bullismo non è altro che il prodromo di quella poi sarà la violenza che si esplicita nella sua forma più vergognosa quando si tratta di quella nei confronti del genere femminile. Noi ci affidiamo alle nuove generazioni, sono loro che possono diffondere il messaggio che tutto passa attraverso il rispetto».
Le celebrazioni in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, che ricorre il 25 novembre, a Pedara sono state organizzate dal Comune – assessorati alle Pari Opportunità, Pubblica Istruzione e Sanità in collaborazione con l’associazione Galetea, la Masteventi. Già nella mattinata l’incontro delle terze classi della media dell’Istituto Comprensivo Salvatore Casella con Ermanno Tarracchini, biologo e neuropedagogista modenese che ha affrontato con i ragazzi il tema “Chi vuoi essere da grande?”. L’iniziativa coordinata dal pedagogista Tommaso Pezzino che ha moderato l’incontro è servita per far riflettere le nuove generazioni non tanto sui comportamenti altrui che portano a contrasti quanto a quelli che ciascuno di noi mette in pratica. «Proviamo a riflettere su come ci poniamo verso gli altri prima di criticare. Noi siamo convinti – ha spiegato Tarracchini – che alla base di atteggiamenti che limitano la libertà altrui e spingono al possesso dell’altro siano anche derivanti da atti di bullismo subìti. Chiarirsi e imparare a rispettare chi si ha davanti è il primo passo». La serata si è poi articolata in diverse fasi, dopo l’inaugurazione della Panchina Rossa, l’incontro al centro congressuale Expo su “Libertà d’amare” con il dott. Salvo Noè, ed infine con un momento di danza curato dal ballerino Alosha e la compagnia Tecne.