CATANIA
C’è di tutto. La gente arriva e scarica, tanto i controlli sono relativi se non addirittura assenti. Il Parco dell’Etna? Un enorme sacco nero della spazzatura.
Dal suo fascino al suo degrado il passo è breve come testimoniano le immagini. Bottiglie di ogni genere e tipo ma sono il male minore, copertoni delle auto, materassi, parti di complementi di arredo, cartoni, sacchi con immondizia e addirittura nel nostro percorso abbiamo avvistato anche un vater. Ecco il de profundis del parco dell’Etna…ma c’è di più.
Questa meravigliosa realtà alle pendici del vulcano più alto d’Europa fa parte dei siti Unesco. Apparentemente un fiore all’occhiello per la nostra regione… poi ridotto cosi a causa di un’amministrazione inefficace e un senso civico zoppicante fra i cittadini.
“Meglio parco che sporco”: se da una parte è questo lo slogan di alcune associazioni ambientaliste che anche quest’anno si sono attivate per ripulire dai rifiuti un gran numero di aree ricadenti sul territorio, dall’altra serve a poco. Chi gestisce non vigila ed è questo lo scenario che si presenta agli occhi dei turisti che come noi scelgono di raggiungere i luoghi. Una carenza che mostra accanto ad uno straordinario patrimonio ambientale un’altrettanta straordinaria incapacità amministrativa, gestionale e organizzativa di chi il parco lo gestisce e se ne vanta… ma sono solo parole.
L’approfondimento stasera durante la trasmissione UltimaAnalisi sul canale 87 del digitale terrestre.