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“Il video shock dell’aggressione al medico” all’ospedale V.Emanuele finisce in Tribunale – Ultima TV


 CATANIA

Il video di sorveglianza interna del pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania, suscita  inquietudine poiché postato senza oscurare i volti dei degenti

Questo è quanto si è appreso ieri, da quando sul web, un neo quotidiano on line diretto dall’ avv. Antonio Fiumefreddo, nonché amministratore unico di Riscossione Sicilia, con tanto di titolone che avrebbe inquietato l’opinione pubblica è  stato destinatario di una denuncia alla Procura della Repubblica di Catania (direttore responsabile del neo quotidiano on line, direttore del nosocomio, e responsabile/i e incaricato/i del trattamento dei dati personali e videosorveglianza, compresi) per aver permesso la proposizione sul web, un video con le sequenze della spedizione punitiva verificatisi qualche giorno fa, al Pronto Soccorso del Vittorio Emanuele in danno del dott. Rosario Puleo. Ora, sin qui, ci sta che un organo d’informazione racconti la tracotanza dei malviventi che riescono ad entrare in un Pronto Soccorso, interrompendone le attività, ed incuranti della presenza di malati bisognosi di cure urgenti. Ma quello che ha suscitato biasimo – e che ha  causato la denuncia alla AG – parrebbe essere stato quello di postare il video tratto dalle stesse videocamere di sorveglianza dell’ospedale, e quelle in cui particolarmente si vedono in bella mostra ed identificabili, pazienti in barella, e addirittura, dentro l’astanteria del pronto soccorso e tra i corridoi attigui ad esso.  Quindi, non era opportuno magari mascherare chi delinquente non era? chi stava sdraiato su una lettiga? o e/o altri pazienti sofferenti?

“E’ compito della Stampa – scrive il neo giornale on line – anche quello di aiutare gli investigatori a fare piena luce attraverso la collaborazione dei cittadini e, che il filmato, quindi serve proprio a consentire a chiunque riuscisse a identificare anche uno dei soggetti coinvolti e denunciarlo alla Polizia”. Tuttavia, però, i più elementari steep della privacy  dovevano esser rispettati! Rendere irriconoscibili i volti!

L’esposto alla magistratura etnea chiede che si possa far luce su chi ha permesso la cessione di dette immagini senza neanche curarsi di oscurale, e forse in totale violazione alla privacy, e come già previsto nel  decalogo delle regole per non violare la privacy – 29 novembre 2000  al punto 10 – cui detta a chi intende svolgere attività di videosorveglianza, è obbligo osservare cautele, rispettando comunque il principio di proporzionalità tra mezzi impiegati e fini perseguiti. E nel frattempo ci s’interroga se il video messo on line, sarebbe stato ceduto alla neo testata giornalistica dalla direzione dello stesso ospedale Vittorio Emanuele di Catania, (pare senza manipolazione dell’oscuramento dei volti), poiché potrebbe configurarsi una responsabilità dei soggetti – responsabili e incaricati del trattamento dei dati personali e videosorveglianza (artt. 8 e 19 della legge 675/1996) – che possono utilizzare gli impianti e prendere visione delle registrazioni, avendo cura che essi accedano ai soli dati personali strettamente necessari e vietando rigorosamente l’accesso di altri soggetti, salvo che si tratti di indagini giudiziarie o di polizia. E che le stesse non possono essere utilizzati per finalità diverse e non possono essere diffusi o comunicati a terzi.

E poi ancora, detto video sarebbe stato consegnato all’avv. Antonio Fiumefreddo, poiché legale della struttura  ospedaliera, o per altri fini, come quello di pubblicarlo sul proprio neo organo d’informazione? Al momento, ciò non è dato sapere e rimangono solo semplici interrogativi (sic!). Ma quello che sembra ormai cristallizzato è che sull’avv. Antonio Fiumefreddo – ormai di dominio pubblico – pende già prossima una imputazione coatta per truffa ed infedele patrocinio ai danni di un carabiniere. E qui, un altro quesito: come può una struttura pubblica – l’ospedale Vittorio Emanuele di Catania – avvalersi ed assegnare incarichi legali per la difesa di essa, con una eclissi giudiziaria totale sulla figura dell’anzidetto professionista? Anche questo non è dato sapere (sic!). Attendiamo i prossimi risvolti giudiziari su questa vicenda.

di Massimo Scuderi  “L’indiscreto”



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