CATANIA
Sganciata la bomba, in Procura è calato il silenzio ma da mercoledì fra i medici del Policlinico e non solo la voce circola e anche i nomi dei colleghi che sono indagati dopo l’arresto del boss Maurizio Galletta, elemento di spicco del clan Santapaola-Ercolano.
Un nome su tutti rimbalza di bocca in bocca ed è quello di un noto cardiologo catanese, spesso alla ribalta delle cronache ma al momento è tutto top seacret. La magistratura ha in corso gli interrogatori ed oltre al pubblico ci sarebbe coinvolto anche il privato.
Nell’occhio del ciclone ci sarebbero noti dirigenti della sanità anche del reparto di pneumologia dell’ospedale catanese ma le bocche sono cucite. Nessuna conferma ufficiale. Una rete di collusione per favorire Galletta con certificati medici che attestavano un quadro clinico dell’indagato molto grave. L’obbiettivo era unico: fare in modo di attenuare provvedimenti cautelari a suo carico.
Galletta, condannato per tre omicidi, è un soggetto molto noto nell’ambiente criminale anche per la sua vicinanza al boss Maurizio Zuccaro.
I medici coinvolti nell’indagine avrebbero, dunque, accentuato le sue patologie fino anche a dichiararlo paraplegico e affetto da una grave insufficienza respiratoria solo per far si che Galletta usufruisse di un regime detentivo meno rigido. Ma ha ottenuto anche un trattamento previdenziale da parte dell’Inps con indennità di accompagnamento e pensione civile.
Nuovi risvolti potrebbero arrivare a breve, la magistratura vuole chiudere il cerchio sulla vicenda e capire bene chi dovrà rispondere di favoreggiamento e falsità in atto pubblico. Anche perché il Boss da casa continuava a gestire gli affari del clan.
20/01/17