CATANIA
Mettersi alla guida prestando attenzione solo al messaggio che stiamo mandando o alla chiamata che siamo facendo al cellulare: ecco quello che non bisognerebbe mai fare.
Polizia stradale e corpo dei vigili urbani raccomandano sempre prudenza ma ormai guidare senza mai staccare lo sguardo dallo smartphone e senza prestare attenzione a tutto quello che ci circonda sono abitudini ampiamente diffuse e che causano ogni anno un numero sempre più elevato di incidenti.
L’ultimo caso a Mascalucia, in provincia di Catania, dove una donna è stata investita da un giovane che stava parlando al cellulare mentre si trovava alla guida. Una distrazione di pochi secondi che poteva costare molto caro. Fortunatamente la donna, che stava attraversando la strada con l’intera famiglia, non sarebbe in pericolo di vita ed è stata immediatamente trasportata in ospedale.
Da qui si ripropone il tema dellʼapplicabilità della legge 41 del 2016, che introduce il reato di omicidio stradale. «Parliamo di una normativa nuova sulla cui efficacia è ancora troppo presto per stabilirne un quadro definitivo- dichiara il comandante della Polizia Municipale di Catania Pietro Belfiore- bisogna aspettare ancora un anno per dare un giudizio ben preciso sui cui realizzare dati consuntivi certi. Indubbiamente l’inasprimento delle sanzioni sta avendo una grossa efficacia in termini di deterrenza del crimine visto che oggi si rischia anche di finire in carcere per dieci anni.
In altri paesi, come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna, comunque- prosegue Belfiore- ci sono sanzioni penali molto più pesanti, rispetto all’Italia, per chi usa tablet o smartphone in macchina.
A Catania solo nelle ultime settimane abbiamo elevato oltre un centinaio di verbali. In caso di incidente mortale la Procura stabilisce il sequestro del cellulare per appurare se l’automobilista lo stesse usando al momento del sinistro».
O telefonare o guidare, non ci sono altre alternative. Proprio per contrastare la dipendenza da smartphone si moltiplicano le iniziative delle forze dell’ordine nelle scuole. Perché quello che per qualcuno è solo un vizio innocuo per altri può trasformarsi in una tragedia
9 febbraio 2017