CATANIA
Sull’ennesimo episodio di aggressione verificatosi all’ospedale Garibaldi centro di Catania, l’Anaao Assomed Sicilia alza i toni perché ritiene «s’inscriva in una scia di attacchi e violenze, che da molti mesi, se non da qualche anno, rendono irrespirabile il clima dei Pronto Soccorso minando la serenità di tutto il personale medico e sanitario». Così tuona la nota inviata dalla sigla sindacale, firmata dalla vice segr. regionale Marina Tumino che ricorda che «l’Anaao dopo aver denunciato per mesi la situazione – ricordiamo che la prima aggressione dell’anno si è verificata l’1 gennaio, la seconda due settimane dopo, la terza in questo caso a Palermo, a fine gennaio; e poi ancora a Palermo a inizio febbraio e ora quest’altra a Catania – si trova ancora una volta a segnalare tali avvenimenti»
I numeri sono spietati: 5 aggressioni in 40 giorni. Una forma di accanimento che non si era mai vista prima!
Un’accusa che viene mossa anche dal altre sigle sindacali.
Anche il segretario generale della Cgil, Giacomo Rota, e il segretario della Fp Cgil, Gaetano Agliozzo, sono intervenuti a proposito dell’ennesima aggressione: «Stavolta la vittima è un medico dell’ospedale Garibaldi e non possiamo nascondere la nostra seria preoccupazione rispetto al perpetuarsi di questi episodi di violenza. Rilanciamo ancora una volta la richiesta della Cgil di ripristinare il posto fisso di polizia nei pronto soccorsi cittadini, perché siamo certi che possa funzionare da prezioso deterrente. Chiediamo però un’azione urgente al nuovo prefetto di Catania. La questione sicurezza e ordine pubblico, nonostante le rassicurazioni dei direttori delle aziende ospedaliere, continua a passare in secondo piano mentre, di contro, aumentano le aggressioni. È necessario un ‘tavolo’ di lavoro in Prefettura su questi temi e in tempi rapidi».
Il Codacons chiede l’utilizzo dell’esercito perché faccia da deterrente, Francesco Tanasi, segretario nazionale dell’associazione di consumatori sostiene che: «Il governo Regionale e l’Ars sono stati già incapaci di intervenire sulle lunghe liste d’attesa della Sanità, adesso però è a repentaglio l’incolumità pubblica. Chiediamo con urgenza un tavolo di concertazione con prefetto, sindaco e Asp per valutare una serie di proposte per la gestione delle attese dei pronti soccorso catanesi e la relativa sicurezza di medici e utenti. Mettiamo il nostro team legale a disposizione del medico aggredito».
11 febbraio 2017