CATANIA
La crisi in Sicilia di uno degli sport più amati al mondo. Il movimento tennistico siculo lascia dunque a desiderare? Assolutamente no. In Sicilia vi sono diversi ragazzi di indubbio talento che stanno facendo davvero bene a livello junior. A livello professionistico la Sicilia può vantare infatti ben due tennisti tra le prime 250 posizioni della classifica mondiale ATP: Salvatore Caruso, n.235 del mondo ed il palermitano Marco Cecchinato ex n.82 del ranking ma attualmente sceso alla posizione n.185
Il tennis è da sempre uno degli sport più seguiti a livello internazionale, grazie al consistente numero di tornei che si svolgono durante tutto l’anno e ai suoi ricchi montepremi che ne favoriscono la crescita e l’interesse dei giovani sportivi. Tuttavia in Italia ed in particolar modo in Sicilia, gli amanti delle racchette si sono notevolmente ridotti con il passare degli anni: sono sempre meno, infatti, i giovani che decidono di approcciarsi a questo sport, prediligendo altre discipline motorie come ad esempio il calcio, che come ben sappiamo è l’attività ludica per eccellenza nel “Bel Paese”. Ma quali sono i motivi del declino di uno degli sport più affascinanti ed educativi di sempre, nel quale l’Italia ha anche avuto un ruolo di prim’ordine negli anni passati? Tra le principali cause riconducibili all’affievolimento d’interesse verso il gioco del tennis, vi è indubbiamente il cospicuo impegno economico necessario per poter intraprendere tale attività; a differenza dei classici sport di squadra come la pallacanestro o il calcio, il tennis è una disciplina nella quale non ci si può affidare ad una società che provvede all’equipaggiamento (vestiario ed eventuali attrezzature) e all’organizzazione dei tornei in cambio di una modica cifra d’iscrizione, ma necessita di spese personali non indifferenti: tra racchette – in genere tre per sopperire ad eventuali rotture delle corde – palline, abbigliamento e soprattutto l’affidamento ad un buon maestro, si arriverebbe a cifre “stellari” che purtroppo buona parte delle famiglie non possono permettersi, specialmente in questo periodo storico poco fortunato dove la carenza di lavoro è il tema d’attualità più discusso, in particolar modo nel meridione. E’ chiaro, dunque, che un comune padre di famiglia preferisca scegliere per il proprio figlio uno sport più “abbordabile”, precludendo di conseguenza a quest’ultimo la possibilità di appassionarsi al tennis.
Il movimento tennistico siculo lascia dunque a desiderare? Assolutamente no. In Sicilia vi sono diversi ragazzi di indubbio talento che stanno facendo davvero bene a livello junior. I messinesi Giorgio e Fausto Tabacco, allenati dall’ex n.68 del mondo Alessio di Mauro, sono tra i giovani più interessanti in ottica futura: Fausto, il più grande dei due fratelli siciliani, è tra i primi 50 under 16 d’Italia, mentre Giorgio è addirittura al quinto posto nella classifica under 14 nazionale. Sempre in provincia di Messina, sta emergendo un altro promettentissimo atleta già capace di ritagliarsi un’eccezionale classifica a livello nazionale: si tratta di Fabrizio Andaloro, 16 anni compiuti lo scorso 31 gennaio e attualmente nella top 30 della classifica nazionale under 16. Per quanto riguarda invece i baby talenti siculi che raggiungeranno il prossimo anno la maggiore età, occhi puntati su due allievi che studiano e si allenano in provincia di Catania: l’agrigentino classe 2000 Luca Potenza, n.15 d’Italia nella categoria under 18 e Danilo Vassallo, più indietro nel ranking rispetto al coetaneo licatese ma dotato di un tennis assolutamente brillante. Lo scorso anno i due talenti siciliani, assieme al compagno Christian Proietti, hanno rappresentato l’istituto G.B. Vaccarini di Catania ai “Campionati Italiani Studenteschi”, conquistando la vittoria finale e garantendosi l’onere e l’onore di partecipare ai campionati mondiali che si svolgeranno a marzo in Brasile. A dimostrazione della competitività dei giovani tennisti siciliani a livello nazionale, nel 2016 sono arrivati anche altri due risultati eccellenti: secondo posto nella “Coppa d’Inverno” e terza posizione nella “Coppa Belardinelli”.
Non solo giovani tuttavia. A livello professionistico la Sicilia può vantare infatti ben due tennisti tra le prime 250 posizioni della classifica mondiale ATP: il 24enne avolese Salvatore Caruso, n.235 del mondo ed il palermitano Marco Cecchinato – anch’egli classe 1992 – ex n.82 del ranking ma attualmente sceso alla posizione n.185 a causa di una squalifica che lo ha tenuto per buona parte della passata stagione lontano dai campi da gioco.
Nonostante questi bei risultati possano essere motivo d’orgoglio per la regione, tuttavia non cancellano quello che effettivamente è il problema principale, ossia lo scarso interesse dei giovani amatoriali per questo sport. E’ evidente il divario numerico tra gli aspiranti campioni di domani e coloro che giocano a tennis per il semplice piacere di divertirsi. Buona parte delle colpe sono probabilmente da attribuire alla FIT (Federazione Italiana Tennis) che, non curante delle ripercussioni a livello nazionale dovute alla cancellazione di alcuni tornei di rilievo come l’ATP di Milano e il WTA di Palermo, ha deciso di puntare esclusivamente sugli Internazionali di Roma, indubbiamente una delle competizioni più prestigiose in assoluto ma pur sempre unico evento tennistico in Italia a livello televisivo. Una scelta dunque rivelatasi alquanto sciagurata, poiché promuovendo un maggior numero di tornei si darebbe certamente maggiore visibilità a questo sport. A tal proposito, prendiamo in considerazione la pallavolo: negli ultimi anni Catania è stata scelta come sede di importanti eventi quali World League, gironi dei Mondiali e recentemente anche il World Grand Prix – torneo al quale prendono parte le Nazionali che vantano maggior blasone – ottenendo come risultato un notevole incremento di giovani praticanti questa attività sportiva. Stesso discorso per sport “minori” quali Beach Soccer e Beach Volley, con entrambe le discipline che nella passata stagione hanno rinnovato per il terzo anno consecutivo l’appuntamento sulla sabbia catanese con le loro manifestazioni di maggior spessore – finali del campionato italiano relativo al Beach Volley e addirittura la Euro Winner Cup per quanto riguarda il Beach Soccer. Il coinvolgimento della città di Catania a tali eventi, ha contribuito a diffondere rapidamente la passione per questi sport da spiaggia in tutta la provincia, con la creazione di nuovi stabilimenti sportivi dotati di appositi campi da gioco, specialmente per quanto riguarda il beach volley.
La domanda a questo punto sorge spontanea: com’è possibile che nessun privato, nessuna amministrazione abbia valutato i benefici economici del progettare un torneo di livello in Sicilia che coinvolga i migliori tennisti al mondo e, di conseguenza, che catturi l’interesse della gente verso questo sport, tenendo conto degli ingenti introiti che si ricaverebbero tra turismo e diritti televisivi? Forse sarà più facile a dirsi che a farsi, ma quel che appare certo è la necessità di un cambiamento radicale del sistema italiano, troppo arretrato rispetto ad altri paesi europei come Francia, Germania e Spagna, i quali hanno dimostrato nel corso degli anni di sapere ben investire nello sport, cogliendo le grandi opportunità economiche e sociali che solamente un’attività come il tennis può offrire.
di Damiano Ferrara