MESSINA
Prima la visita degli uomini dell’ambasciata cinese. Adesso la lettera al Consiglio Comunale, chiedendo allo stesso di “suggerire al sindaco di annullare l’invito”. Il Governo del lontano Oriente, facendo leva sui buoni rapporti istituzionali e commerciali con l’Italia, le sta provando tutte per opporsi alla visita del Dalai Lama, prevista a Messina il prossimo maggio. «Da tanti anni, sotto la maschera di “Religione e Pace” – si legge nella missiva – il gruppo di Dalai Lama si presenta nello svolgimento delle attività separatiste contro la Cina» secondo una «propaganda per promuovere l’internazionalizzazione della “questione tibetana».
Sulla vicenda interpellato il primo cittadino, Renato Accorinti, dichiara:«Quando qualcuno si avvicina al Dalai Lama e fa questa richiesta, l’Ambasciata cinese fa questo tipo di ingerenza. Sono venuti nella mia stanza e devo dire con molta prepotenza: per un’ora e mezza abbiamo discusso. Sono stato molto gentile, perché la gentilezza deve sempre rimanere al centro delle nostre vite. Però la linea politica nei confronti del Tibet è chiara e non faccio un passo indietro».
«Stiamo parlando di un Nobel per la Pace – aggiunge il sindaco – che è rimasto leader religioso perché, per il suo distacco dal potere temporale, ha fatto la scelta di chiedere non più l’indipendenza del Tibet ma una semplice autonomia. Ma stiamo parlando del minimo dei diritti civili e umani che devono essere riconosciuti a qualunque popolo del mondo. E in Tibet questi diritti vengono ormai calpestati da quasi 70anni».
A palazzo Zanca si attende, dunque, l’ufficializzazione della data in cui il Dalai Lama è disponibile: null’altro per Accorinti può essere in discussione.
14 marzo 2017