Due calci d’angolo e due gol per la Paganese. Il Catania non si rialza più. Regala un tempo ai campani, poi gioca discretamente ad inizio ripresa, pareggia, ma ancora su calcio d’angolo subisce il raddoppio. Le sensazioni, guardando ai rossazzurri sono sempre le stesse: niente carattere o tenuta mentale, solite lacune a centrocampo (assolutamente insufficiente), sulla corsia di destra e, oggi, anche in attacco (Pozzebon fallisce l’occasione del vantaggio). Alcuni uomini spogliatoio non sono leader in campo (Biagianti) o vanno incontro a partite chiaramente negative (Marchese). Il risultato è che i play off si allontanano sempre di più e che questa squadra è ormai cronicamente sfiduciata e malata. Perché, se cambiano gli allenatori e in campo non cambia niente, vuol dire che c’è dell’altro (e quanto altro?).
Complice l’assenza di Djordjevic, Pulvirenti rispolvera gioco forza il 4-3-3. Marchese torna sull’esterno a sinistra. Di Grazia e Tavares sugli esterni a dar manforte a Pozzebon, per poi tornare sulla linea dei centrocampisti in fase difensiva (il modulo si trasforma in una sorta di 4-5-1). Scoppa a dettare i ritmi al centro. Per la verità, di ritmo se ne vede ben poco, soprattutto da parte del Catania che anzi nella prima fase sbanda in talune circostanze facilitando la Paganese che detta i ritmi.
Dopo la mezz’ora, la prima vera occasione, con una conclusione di Marchese su cui Pozzebon non arriva. La Paganese però continua a governare il gioco e con Cicerelli e Reginaldo (su cui è strepitoso Pisseri) crea due buone occasioni. Il Catania si affida al contropiede, con Tavares e Pozzebon. Soprattutto, il lusitano ha un occasione d’oro: si invola verso la porta, ma non si accorge che il portiere campano Liverani è uscito fuori dall’area di una quindicina di metri. Invece di scavalcarlo con un lob, decide di allungarsi il pallone e si fa anticipare. E’ un fuoco di paglia, però. Perché, il Catania rischia anche a difesa piazzata. Calcio d’angolo. Alcibiade salta sul primo palo in mezzo a 5 rossazzurri: palla nell’angolo e 1-0. Siamo al 36′: il Catania (come spesso accade) non reagisce come dovrebbe. La Paganese continua ad amministrare il gioco e i rossazzurri si fanno vedere dalle parti di Liverani solo allo scadere del primo tempo con Marchese.
Nella ripresa, il Catania parte in modo diverso. Si vede una reazione. Di Grazia ci prova dalla lunga distanza, ma trova Liverani. Poi è ancora il numero 23 rossazzurro ad approfittare di una buona azione impostata da Gil, condotta da Biagianti. Doppio passo di Di Grazia, che entra in area e conclude, arriva la deviazione che spiazza Liverani: 1-1. Pulvirenti sceglie i brevilinei. Di Grazia sta bene e il tecnico decide di affiancargli Russotto al posto di un Tavares mai in partita. E’ comunque (finalmente) un Catania discreto, che lotta e prova a fare la partita. E avrebbe anche l’opportunità di andare in vantaggio: subito protagonista Russotto che serve benissimo Pozzebon. L’ex Messina a quel punto solo, tira proprio addosso al portiere. Altra chance al 65′, con Fornito che tira dai 20 metri: il portiere campano manda in angolo.
Sembra un’altra partita, ma le difficoltà per il Catania sono sempre dietro l’angolo. Nel vero senso del termine, perché da un altro corner arriva il raddoppio della Paganese. Tiro dalla bandierina, la palla passa e sul secondo palo Firenze sorprende Marchese e segna: 2-1. Pulvirenti fa entrare Bucolo al posto di Scoppa (che delude anche oggi) e poi toglie Fornito e inserisce Barisic. Necessario giocarsi il tutto per tutto, ma di occasioni non se ne vedono più.