Non c’è pace nei palazzi dell’Università di Catania. A destabilizzare una situazione che sembrava essersi riassestata, dopo la sentenza del Cga dello scorso anno che aveva azzerato tutte le cariche statutarie ,arriva una nuovo stop dal Tribunale amministrativo regionale che ha sancito la rimozione dall’incarico dell’attuale direttore generale dell’Ateneo, Candeloro Bellantoni. Quella poltrona non sembra trovare continuità ormai dal 2014 anno in cui l’allora rettore Pignataro tolse l’incarico a Lucio Maggio, espulsione poi censurata dal Giudice del Lavoro nel 2015. Lo stesso Maggio provò, dopo la sentenza del Cga, a riproporsi per l’incarico in quanto l’Università aveva deciso di bandire un concorso per la selezione del nuovo direttore, ma la sua candidatura non fu presa in considerazione tanto da costringerlo a ricorrere al Tar. Tribunale che oggi ha accolto la sua richiesta scrivendo nella sentenza che “l’Università non avrebbe avuto necessità di indire una procedura selettiva: la nomina del DG, infatti, può avvenire su indicazione fiduciaria del rettore. Il professore Basile, attuale Magnifico , ha voluto vincolare spontaneamente la nuova nomina ad una procedura pubblica selettiva. Il punto è che a leggere l’ordinanza del TAR quella procedura non è stata affatto pubblica, anzi alcuni candidati, tra cui Maggio, non sono stati nemmeno invitati al colloquio. Un problema, dunque, autoprodotto dall’Università che adesso dovrà procedere da capo per mettere ordine negli ordini di governo dell’ateneo.