“Io non porto mia figlia dove avvengono certe discriminazioni“, “Negare l’accesso alla vostra piscina a 2 ragazzi, solo perché non costituiscono una famiglia tradizionale, è non solo anticostituzionale, ma incivile, discriminatorio, offensivo, desolante. Sono arrabbiata ed indignata!!!!!“, “Pessima gestione da parte di proprietari omofobi e chiusi mentalmente nei confronti di ospiti che andrebbero trattati come tali. Spero in quanto persona gay di non avere mai niente a che fare con la vostra struttura“. Questi sono solo alcuni dei commenti lasciati sulla pagina Facebook dell’Agrihotel di Biancavilla. Ma facciamo un passo indietro per capire a cosa sono dovute queste parole nei confronti di chi gestisce la struttura in provincia di Catania. E’ sabato 15 luglio scorso quando Alessandro Ferrera, il protagonista della vicenda, va in compagnia di un amico proprio all’Agrihotel di Biancavilla per passare una giornata rilassante fra sole e piscina, ma una volta all’ingresso non viene permesso loro di entrare. Il motivo sarebbe legato ad un regolamento interno della struttura che permetterebbe l’ingresso solo a coppie “classiche” composte da uomo e donna o a famiglie con bambini. Dopo aver chiesto spiegazioni Alessandro e il suo amico sono tornati a casa. L’uomo sorpreso dalla risposta fornitagli alla reception decide di raccontare la sua esperienza pubblicamente sul proprio profilo Facebook raccontando l’intera vicenda e ponendosi interrogativi sul come sia possibile ancora oggi avere certe regole discriminanti.
Di seguito riportiamo il post integrale scritto da Alessandro:
“Ciao oggi mi è capitata una cosa incredibile ma realmente accaduta . Mia sorella mi consiglia un albergo vicino Biancavilla che ha tre piscine in cui, pagando l’ingresso, puoi godere della sdraio e di un bagno in piscina…morale… arrivo lì con un mio amico e chiedo di pagare l’ingresso per passare mezza giornata in relax ma mi viene negato l’accesso. Sapete il motivo?
Eravamo una coppia di maschi ed il regolamento lo vietava…per preservare un ambiente sano ed equilibrato potevano entrare solo coppie, maschio e femmina, e famiglie con bambini.
Ora mi chiedo nel 2017 quale sia l’idea di coppia autorizzata a prescindere da orientamenti sessuali o altro, come una struttura pubblica possa, in barba a qualunque legge, discriminare l’accesso ad un servizio in base all’appartenenza di genere. Io mi chiedo se ci fosse andato un uomo con la sua compagna trans avrebbero compromesso l’equilibrio familiare del posto ed avrebbero avuto libero accesso? Se delle coppie gay avessero deciso di passare lì una giornata avrebbero avuto un tranquillo lascia passare? Una coppia di donne, ci scommetto l’anima, sarebbero entrate senza problemi. Ma si può in questa terra di merda subire ancora situazioni simili? Si può in un mondo dove la visione del mondo in categorie sta distruggendo quello che ci rende diversi da quelle che chiamano bestie? Premesso che le vere bestie sanguinarie siamo solo noi. Io amo questa terra e mi vergogno per quello che la rende orrenda…i suoi abitanti. Abbiamo il paradiso ma ci piace vivere nell’inferno. Non finirà qui, il posto in questione si chiama Agrihotel e vi chiedo di condividere ed indignarvi. Io quest’isola meravigliosa non la voglio più lasciare in mano a questa gente..”.
Il post di Alessandro ha scatenato i vari utenti social che hanno inveito contro l’Agrihotel accusandoli di omofobia e razzismo. I gestori dell’hotel, contattati dalla nostra redazione, hanno precisato che: “Non c’è stata nessuna discriminazione nei confronti dei clienti. La nostra attività sorge in un ambiente particolare, spesso mal frequentato, e per questo motivo abbiamo imposto la regola di ingresso in coppia. Ci dispiace che di mezzo ci siano andati di mezzo coloro che sicuramente sono due bravi ragazzi ma ribadiamo Non esiste alcun tipo di discriminazione ma una semplice regolamentazione dell’ingresso. Le polemiche sui social? Abbiamo preferito non rispondere perché tutto è montato senza un concreto motivo. Ci vengano a trovare così capiranno che gente siamo“.