I carabinieri della compagnia di Taormina hanno notificato nel carcere di Siracusa un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Messina Eugenio Fiorentino su richiesta del procuratore aggiunto della locale Direzione distrettuale antimafia Sebastiano Ardita e del sostituto Francesco Massara, nei confronti di due esponenti di Cosa nostra etnea ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso. Sono Francesco Faranda, 38 anni, e Emanuele Blanco, 44, indicati come vicini al clan Brunetto di Catania Il provvedimento di carcerazione è scaturito dalla prosecuzione di una più complessa attività d’indagine di militari dell’Arma che portò nell’aprile del 2017 all’arresto anche di altri due esponenti di spicco di Cosa Nostra. I due destinatari dell’ordinanza sono accusati di avere commesso, sempre nell’aprile scorso, “atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere un imprenditore titolare di agenzia del luogo a concludere un contratto di assicurazione di autoveicolo con targa di prova, nonostante la targa non fosse registrata alla banca dati, condizione questa necessaria alla conclusione del contratto”. Nelle intercettazioni i due minacciavano l’imprenditore che si voleva rifiutare dicendogli: “Sono problemi tuoi, forza il sistema, premi il bottone e fammi la polizza..” e poi ancora: “…senti tu non lo sai chi sono io? Quando ti chiedo una cosa chiudi l’ufficio e vieni subito a casa mia, non ci vieni?”. Dopo la denuncia della vittima i carabinieri hanno bloccato Blanco fuori dall’agenzia e poi hanno rintracciato il complice.