AGRIGENTO
E’ bufera sul pentito agrigentino Giuseppe Tuizzolino finito in carcere ieri con pesantissime accuse formulate dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta e messe nero su bianco, in un comunicato stampa, dal procuratore capo, Amedeo Bertone. La vicenda principale, che va coniugata con altre inchieste oggi chiuse con l’archiviazione a carico degli accusati, è quella legata alle minacce di morte avanzate nei confronti dei procuratori Marcello Viola (prima a Trapani oggi Pg a Firenze) e Teresa Principato, procuratore aggiunto, che si è occupata sino a qualche mese fa della latitanza di Matteo Messina Denaro. Secondo quanto trapelato, Tuzzolino aveva messo a verbale di essere stato avvicinato da un uomo, nella località segreta in cui viveva, che lo avrebbe invitato a ritrattare le dichiarazioni sui rapporti tra il boss latitante Matteo Messina Denaro e la massoneria. Il personaggio misterioso gli avrebbe affidato anche minacce di morte nei confronti del procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato e del procuratore di Trapani Marcello Viola.
Principato coordinava le indagini sulla cattura di Messina Denaro, Viola l’inchiesta su mafia e massoneria. Il collaboratore di giustizia Giuseppe Tuzzolino ha raccontato di essere stato avvicinato da un uomo dei servizi segreti nella località protetta dove vive. Il misterioso uomo avrebbe chiesto ciò a Tuzzolino quando era previsto un nuovo interrogatorio con Viola. L’intenzione sarebbe stata di pianificare un agguato. Su questi fatti i magistrati di Caltanissetta che già da tempo hanno aperto un fascicolo di cui fa parte una lettera di minacce indirizzate a Viola, Tuzzolino, Maria Teresa Principato e un finanziere che ha raccolto le confidenze del collaboratore.
Tuzzolino ha anche raccontato di avere ricevuto più di una strana visita. Lo 007 si sarebbe fatto accompagnare da un avvocato, legato alla massoneria, che su indicazione del personaggio dei Servizi avrebbe dovuto assumere la difesa di Tuzzolino. Il diktat era che il collaboratore ritrattasse tutte le sue dichiarazioni a cominciare da quelle sui legami fra mafia e massoneria. L’arresto di Tuzzolino, che in quel momento era con la moglie, ha provocato anche il sequestro del telefonino di quest’ultima. Il magistrato accusato falsamente da Tuzzolino finito in questa inchiesta è l’attuale procuratore generale di Bologna, Ignazio De Francisci mentre il suocero, sempre accusato falsamente è l’architetto Calogero Baldo.