PALERMO
I militari della Guardia di finanza del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo hanno arrestato 5 persone, ritenute responsabili di intestazione fittizia di beni, favoreggiamento personale e reale ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Tra gli arrestati c’è il commerciante Giuseppe Ferdico, il “re dei detersivi”. Secondo gli investigatori, grazie alla complicità di Luigi Miserendino, l’amministratore giudiziario che, su incarico dell’autorità giudiziaria avrebbe dovuto gestire il centro commerciale, Ferdico, in passato processato per mafia e colpito dalle misure di prevenzione, avrebbe continuato ad avere il controllo sull’attività economica. L’inchiesta che ha portato ai 5 arresti è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvo De Luca e dai pm della Dda Roberto Tartaglia e Annamaria Picozzi.
Processato, dunque, e assolto dall’accusa di concorso in associazione mafiosa è ritenuto vicino al clan mafioso di San Lorenzo-Tommaso Natale. L’assoluzione, però, non ha evitato a Ferdico le misure di prevenzione. A marzo scorso, i giudici palermitani misero i sigilli al suo patrimonio: immobili, società e conti dal valore di 450 milioni di euro.
«All’ascesa imprenditoriale del noto commerciante – scrivono i magistrati – risulta associata la costante capacità di meritare la fiducia di numerosi esponenti di spicco della consorteria tanto da inserirsi a pieno titolo tra i riciclatori del denaro di una delle famiglie mafiose più radicate nel tessuto economico della città come quella dell’Acquasanta». Il collegio sottolinea i rapporti tra Ferdico e i boss di San Lorenzo Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Nel provvedimento si definisce l’imprenditore «socialmente pericoloso» e gli si impone la sorveglianza speciale per tre anni e sei mesi.
Quanto all’amministratore giudiziario indagato, per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari. Avrebbe consentito a Ferdico di continuare a controllare uno dei centri commerciali confiscati che era stato affittato proprio dall’amministrazione giudiziaria a un prestanome del re dei detersivi. Oltre a Ferdico e Miserendino la Guardia di finanza ha arrestato l’imprenditore Francesco Montes, accusato di intestazione fittizia di beni, Pietro Felice e Antonino Scrima, accusati di estorsione.
Secondo gli inquirenti, coordinati dalla Dda di Palermo, proprio Ferdico, al quale a marzo è stato confiscato un patrimonio di 450 milioni di euro, avrebbe continuato a gestire, attraverso Montes e grazie alla complicità dell’amministratore giudiziario, il centro commerciale Portobello di Carini e il supermercato che si trova nel centro stesso. Il centro commerciale è stato formalmente affittato a Montes che, di fatto, è in società con Ferdico.
Il controllo totale che il commerciante esercitava sull’attività economica confiscata si deduce da decine di intercettazioni ed era a conoscenza dell’amministratore giudiziario che, non sapendo di essere intercettato, ammetteva candidamente di sapere come andavano le cose ma di non volersene occupare. «Lo so, lo so, lui neanche dovrebbe metterci piede lì. Secondo lei perché io ho affittato questo posto? Perché non ci voglio combattere. Per me il signore Montes (socio occulto del commerciante, ndr) è il titolare, del resto non voglio sapere nulla – aggiungeva – io come vede non mi immischio. Lasciamoli fare». Dall’inchiesta è emerso il ruolo di due factotum di Ferdico, Felice e Scrima, che chiedevano il pizzo ai commercianti del centro commerciale.
Miserendino era stato nominato amministratore giudiziario dall’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale Silvana Saguto, indagata, poi, per corruzione proprio nell’ambito di una inchiesta sulla mala gestione dei beni confiscati, in quel caso, però, Saguto aveva imposto all’amministratore giudiziario una serie di obblighi e di controlli sulle attività di Ferdico che Miserendino ha disatteso. La Procura, infatti, gli contesta anche la violazione del provvedimento del magistrato.