PALERMO
Un’ embolia sarebbe stata la causa della morte di Emilio Reforgiato, un istruttore di palestra di 28 anni, morto il 23 novembre 2009. E’ questo il verdetto con cui sono stati condannati tre medici dell’ospedale Ingrassia di Palermo a otto mesi ciascuno con l’ accusa di omicidio colposo. Reforgiato era andato al pronto soccorso per un forte dolore alla spalla e al torace ma, dopo una degenza di un giorno, era stato dimesso con una diagnosi di sindrome influenzale. Dopo cinque giorni Reforgiato è deceduto. Un mese prima, il giovane si era fratturato il piede sinistro, circostanza che aveva riferito al pronto soccorso. La tesi dell’accusa è che l’immobilizzazione a causa del gesso messo per la frattura creò un’embolia, manifestatasi a distanza di un mese, che si sarebbe potuta contrastare con una semplice iniezione di eparina. I medici condannati sono Rosanna Giaramidaro, Rosalba Tantillo, Florinda Bascone. Assolto il cardiologo Sebastiano Scalzo. I familiari del ragazzo – madre, padre e fratello – si sono costituiti parte civile con l’assistenza degli avvocati Giovanni Di Benedetto, Roberto e Dario D’Agostino e hanno avuto una provvisionale di 20 mila euro ciascuno.