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PALERMO
E’ di 63 condannati e 27 assolti il bilancio del maxi processo alle cosche palermitane conclusosi oggi davanti alla corte d’appello di Palermo, presieduta da Gianfranco Garofalo che ha inflitto a boss e gregari di Cosa nostra pene per un totale di oltre 5 secoli di carcere (528 anni in tutto). La sentenza conferma, senza troppe sorprese, a parte le condanne di 4 precedentemente assolti e qualche lieve aumento o riduzione di pena, il verdetto emesso dal gup in abbreviato.
Questo l’elenco delle condanne: Epifano Aiello (8 anni e 8 mesi), Domenico Baglione (9 anni e 4 mesi), Giuseppe Battaglia (8 anni), Giovanni Beone (11 anni, 6 mesi e 10 giorni), Girolamo Biondino (13 anni e 8 mesi), Giuseppe Bonura (8 anni e 8 mesi), Giovanni Cacciatore (8 anni e 8 mesi), Francesco Caporrimo (8 anni), Marco Carollo (4 anni e 8 mesi), Antonino Ciaramitaro (6 anni), Domenico Ciaramitaro (un anno), Gaetano Ciaramitaro (9 anni e 4 mesi), Davide Contino (un anno e 6 mesi), Tommaso Contino (16 anni, 10 mesi e 20 giorni), Salvatore Coppola (2 anni), Francesco D’Alessandro (10 anni e 20 giorni), Salvatore D’Alessandro (8 anni e 10 mesi), Guido D’Angelo (9 anni e 10 mesi), Giuseppe Fabio Davì (8 anni e 4 mesi), Antonio Di Maggio (10 anni e 6 mesi), Nicolò Di Maio (14 anni e 2 mesi), Sandro Diele (14 anni e 8 mesi), Erasmo Enea (8 anni), Gioacchino Favaloro (10 anni e 4 mesi), Francesco Ferrante (2 anni), Lorenzo Flauto (11 anni, 6 mesi e 20 giorni), Pietro Franzetti (1 anno), Giuseppe Fricano (13 anni e 2 mesi), Vito Galatolo (16 anni), Angelo Gallina (8 anni e otto mesi), Melchiorre Gennaro (1 anno e 4 mesi), Tommaso Bartolo Genovese (8 anni), Nicola Geraci (8 anni), Francesco Graziano (un anno), Roberto Graziano (9 anni e 4 mesi), Camillo Graziano (9 anni e 4 mesi), Vincenzo Graziano (10 anni), Silvio Guerrera (6 anni e 6 mesi), Gioacchino Intravaia (8 anni), Avni Kpuzf (6 mesi), Rosario Li Vigni (1 anno e 4 mesi), Paolo Lo Iacono (11 anni, 6 mesi e 20 giorni), Giuseppe Lombardo (1 anno e 8 mesi), Vincenzo Lucà (8 anni), Pietro Magrì(8 anni), Serafino Maranzano (2 anni e 4 mesi), Salvatore Mendola (8 anni e 8 mesi), Francesco Militano (8 anni e 8 mesi), Domenico Palazzotto (16 anni e 10 mesi), Gregorio Palazzotto (20 anni), Michele Pillitteri (9 anni e 8 mesi), Emilio Pizzurro (11 anni), Marcello Puccio (10 anni), Ignazio Romano (10 anni),, Roberto Sardisco (9 anni e 10 mesi), Antonino Siragusa (8 anni e 8 mesi), Luigi Siragusa (10 anni e 4 mesi), Antonino Tarallo (9 anni e 4 mesi), Onofrio Terracchio (15 anni e 10 mesi), Aurelio Valguarnera (1 anni e 4 mesi), Calogero Ventimiglia (12 anni e 10 mesi), Giovanni Vitale (4 anni e 10 mesi) e Filippo Matassa (10 anni).
Assolti: Giulio Caporrimo, Davide Catalano, Leonardo Clemente, Domenico Consiglio, Daiana De Lisi, Filippo Di Pisa, Ciro Enea, Carmelo Farnese, Gianluca Flauto, Roberto Flauto, Francesco Paolo Mangano, Teresa Marino, Leonardo Marino, Carmelo Meli, Marco Mineo, Pietro Mineo, Salvatore Mineo, Serafino Piazzese, Salvatore Picone, Carlo Lucio Ginestra, Calogero Ginestra,Santo Graziano, Aurelio Puccio, Leandro Puccio, Antonino Salerno, Sergio Ilardi, Luigi Li Volsi.
La corte d’appello di Palermo ha anche confermato i risarcimenti dei danni disposti in primo grado alle parti civili costituite, estendendo ai 4 imputati assolti dal gup l’onere di riparare il danno. Tra le parti civili ventimila euro sono stati riconosciuti al Commissario straordinario del Governo per le iniziative antiracket, 15mila all’associazione Addiopizzo, 10mila a Confindustria e Confesercenti e 5mila euro a Sos Impresa, Solidaria Scs e al Coordinamento delle vittime dell’estorsione, dell’usura e della mafia. I singoli imputati sono poi stati condannati a risarcire complessivamente oltre 220mila euro alle vittime del racket (imprenditori e commercianti) costituite parte civile.
12 aprile 2018