CASTELVETRANO
Fondi pubblici indebitamente percepiti da una finta cooperativa sociale, fittizi rapporti di lavoro dipendente per “prelevare” indebitamente risorse pubbliche, riunioni “fantasma” dell’organo direttivo per simulare la finalità non lucrativa.
Questi sono solo alcuni degli ingegnosi stratagemmi utilizzati, secondo la Guardia di Finanza, da un imprenditore di Partanna e da un suo prestanome, rispettivamente amministratore di fatto e amministratore di diritto di una società cooperativa Onlus operante nel redditizio settore dei servizi di assistenza ai richiedenti asilo e ai rifugiati, in qualità di Ente gestore di un centro di accoglienza realizzato nell’ambito di un progetto SPRAR. Ammontano a oltre 600 mila euro gli utili sottratti all’imposta sui redditi, con una base imponibile Irap evasa di circa un milione di euro.
Le cooperative sociali ONLUS, proprio per la fondamentale funzione che ricoprono, sono destinatarie di consistenti agevolazioni fiscali che, a vario titolo, ne incentivano la diffusione, ma non di rado si verifica un uso distorto di tale normativa di favore. Ed è proprio questo il caso della cooperativa in questione, costituita ad hoc per conseguire indebiti risparmi d’imposta. Il prestanome, amministratore di diritto della cooperativa, infatti, secondo quanto emerso dalle indagini, ha indebitamente conseguito, per due annualità, una doppia contestuale remunerazione: quella relativa ai compensi ricevuti in qualità di amministratore e quella, indebita, relativa ai salari percepiti in qualità di lavoratore dipendente.
Le indagini, inoltre, hanno fatto emergere chiaramente come i soci della cooperativa non fossero altro che semplici lavoratori posti sotto la direzione effettiva dell’amministratore di fatto. Falsi anche i verbali redatti per documentare fantomatiche “riunioni” dell’organo decisionale dove venivano indicati come presenti soci-lavoratori del tutto ignari di essere anche consiglieri.
21 maggio 2018