Il Biodiversity Management Bureau, un team di biologi, dopo aver compiuto nelle Filippine delle ricerche scientifiche finalizzate ad altro, ha annunciato la casuale scoperta di una nuova specie di primate, ribattezzata tarsio di Dinagat – Caraga. Questi ultimi due appellativi derivano dalle regioni in cui è solito vivere l’animale.
Sono tra i primati più “strani” eppure i tarsi sono anche gli improbabili cugini dell’uomo. Lo dimostra la prima mappa del loro Dna, fatta sotto la guida di Wesley Warren, della Scuola di medicina dell’università di Washington a Saint Louis, e pubblicata su Nature Communications, che inserisce questi particolarissimi primati nello stesso ramo evolutivo delle grandi scimmie e dell’uomo.
I tarsi hanno una serie di caratteristiche che li rendono davvero unici. Sfruttando gli enormi occhi, un sistema di visione con ultrasuoni e una velocità di salto garantita da grandi tarsi (l’insieme di ossa che formano parte del piede e da cui prende nome il genere di primati) il tarsio si ciba normalmente di insetti, piccoli uccelli e lucertole.
Analizzandone per la prima volta il genoma i ricercatori hanno scoperto che questi primati sono evolutivamente più vicini a noi di quanto lo siano invece con i lemuri. Lo studio ha anche individuato circa 200 geni specifici che rendono unici i tarsi e molti di questi sono invece associati nell’uomo a malattie e malformazioni soprattutto legate alla vista e a caratteristiche muscolo-scheletriche. Inoltre alcune specie di tarsio sono in via di estinzione e ulteriori mappe genetiche potrebbero aiutare a salvaguardare la diversità genetica di questi nostri piccoli e buffi cugini.