SIRACUSA
Spirito di sacrificio, corsa, voglia di soffrire e grande capacità di reazione. La ricetta per raggiungere la salvezza è fatta di questi ingredienti e domenica scorsa il Siracusa vi ha attinto senza esitazioni. Così è maturata l’inaspettata e sorprendente vittoria degli azzurri sulla “corazzata” Matera, squadra forte ma presuntuosa, convinta, probabilmente, di fare un solo boccone degli azzurri, specie dopo essere passata in vantaggio a meno di mezz’ora dal termine del match.
E invece la doppietta di Catania ha cambiato corso e volto ad una gara che sembrava segnata. Davide ha battuto Golia in un “De Simone” ancora con ampi vuoti (meno di 3 mila i presenti) ma capace di spingere con un tifo incessante i propri beniamini verso l’impresa. La tanto attesa svolta è dunque arrivata. Gli azzurri ci hanno messo cuore, grinta, determinazione e anche un po’ di mestiere, cercando di perdere più tempo possibile. Auteri si è arrabbiato, parlando di mancanza di etica sportiva, ma avrebbe fatto meglio a guardare in casa propria e alla prestazione di una squadra, la sua, apparsa tutt’altro che convincente.
Il Siracusa ha ottenuto ciò che voleva: la vittoria e, con essa, un balzo di due posizioni in classifica. Una vittoria che avrà un effetto balsamico su una compagine che aveva bisogno di ritrovare autostima e consapevolezza nei propri mezzi. Una vittoria che, probabilmente, è arrivata al momento giusto e cioè alla vigilia di due confronti diretti esterni che non si annunciano semplici ma che potrebbero permettere agli aretusei di scalare altri gradini, uscendo pian piano dalle secche della classifica. Si lavorerà con più serenità in una settimana in cui si registreranno anche meno pressioni da parte di un ambiente che, in caso di altra sconfitta, sarebbe potuto cadere in depressione. Adesso bisogna insistere. Il calendario darà una mano ai ragazzi di Sottil che, dopo le trasferte di Vibo Valentia e Fondi, torneranno a giocare in casa il 30 ottobre contro l’Andria. Nessuna tabella di marcia, ma contro avversari pari grado non si può e non si deve steccare. Poi, magari, come ha detto l’attaccante Emanuele Catania in sala stampa, «per il Siracusa potrebbe cominciare un altro campionato».
di Maurilio Abela