La seconda fase post- terremoto, quella della ricostruzione, ha avuto inizio mediante un decreto legge approvato dal consiglio dei ministri. Il vademecum, così come lo ha definito il premier Renzi, traccia i punti da seguire per poter riportare le zone terremotate a com’erano prima di quel disastroso 24 agosto. Saranno destinati 300 milioni di euro a 62 comuni inseriti nel decreto, utili a partire. In un secondo momento si potrà attingere ad un fondo da quattro miliardi e mezzo di euro, di cui tre saranno destinati alla ricostruzione degli edifici privati e uno per quelli pubblici, già stato inserito nella legge di bilancio che sarà approvata il prossimo sabato. I lavori per le case all’interno dei borghi saranno interamente coperti dagli stanziamenti del governo, mentre per le abitazioni posizionate all’esterno dei centri abitati sarà limitata al 50% delle spese. Il commissario Vasco Errani dalla conferenza di Palazzo Chigi afferma: «I tempi della ricostruzione saranno lunghi anche perché per i borghi, che vogliamo ricostruire pietra su pietra, sarà necessario un lavoro di programmazione urbanistica, nel quale sarà coinvolto (con il progetto “Casa Italia”) l’architetto Renzo Piano». Un piano che verrà affrontato “step by step”, il primo passo, assicura Errani: « sarà quello di mettere a disposizione case temporanee di qualità, che nulla hanno a che vedere con i moduli abitativi delle passate esperienze». Una decisione presa per evitare il forte rischio di spopolamento del territorio sottolinea il commissario: «Dobbiamo poi evitare che un futuro terremoto di grado 6.0 faccia nuovamente crollare gli edifici. Per questo, nelle opere di ricostruzione saranno interamente coperti anche i lavori di miglioramento e adeguamento sismico».
Molte anche le proposte e le iniziative di rilancio del teritorio fatte da privati e presentate al premier Renzi. La famiglia Della Valle vuol costruire nelle Marche, nella zona di Arquata, un nuovo calzaturificio Tod’s, partendo subito con i corsi formativi per i giovani della zona, mentre il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi ha abbozzato l’idea di creare un modello imprenditoriale con il brand “Amatrice” per rilanciare l’economia del territorio, a partire dalla produzione del celebre sugo all’amatriciana.