Ottimista per nascita, determinata per scelta. Deborah Lo Scalzo crede nella positività e nell’energia del movimento ed è, probabilmente per questo, che la sua vita si divide tra l’America e l’Italia o più precisamente tra Seattle e Catania. Una giovane donna che ama definirsi work in progress, Deborah non si ferma mai, adora impegnarsi, divertirsi e imparare, la sua vita, anzi le sue vite, ne sono dimostrazione. Abbiamo chiacchierato con lei e ci siamo fatti raccontare come, da studentessa di legge nel capoluogo etneo è diventata istruttrice di una nuova disciplina fitness e imprenditrice di un particolare tipo di calze le Uppies.
Partiamo dal principio, la sua prima vita la vede a Catania, qui Deborah si laurea in giurisprudenza e, vincendo una scholarship, sceglie di conseguire un Master a Londra in diritto penale internazionale. Tornata a Catania porta a termine il suo tirocinio e relativo esame di abilitazione, diventando un avvocato. Decide quindi di trasferirsi a Milano dove lavora per una società online della Banca popolare di Milano, una delle prime startup. Per tre anni si impegna assiduamente e impara tanto. Un giorno le viene fatta un’offerta interessante, le propongono un posto in banca. Deborah, rifiuta il lavoro con gran dispiacere di suo padre e inizia un nuovo capitolo alla Vodafone, grazie anche al suo ottimo inglese, finché un giorno il suo fidanzato le chiede di sposarlo. Ma ecco una nuova scelta da compiere per Deborah. Lui infatti lavorava a Londra, così lei decide di mollare tutto e parte con il suo amore.
Nel Regno Unito, Deborah incontra una ragazza catanese che aveva creato lì un’agenzia immobiliare, le due iniziano a collaborare e la nostra amica si reinventa come designer di interni per quasi due anni, fino a quando rimane incinta della sua prima bimba. Gli anni passano e Deborah, tra la piccola e il lavoro, è una super mamma. Con l’arrivo della sua secondo genita, giunge pure il trasferimento a Seattle, il marito di Deborah lavora alla Microsoft è ha ricevuto una proposta dall’azienda per l’America che, ovviamente, non si sono fatti scappare. L’avventura americana di certo non spaventa la nostra amica, anzi con il suo ottimismo si è subito rimessa in gioco diventando, prima insegnante di Italiano, poi traduttrice per Amazon e infine insegnante di “Booty Barre” una nuova disciplina che unisce pilates, yoga e danza classica.
Il racconto di Deborah è di certo avvincente, la sua energia e lo spirito dinamico e frizzante trapelano da ogni parola «Se vuoi un’opportunità la devi cercare però quando poi arriva la devi fermare. Catania mi ha insegnato a non smettere di sognare e io ci credo. Inoltre vivo in un luogo in cui tutti dicono, se hai un sogno inseguilo, quindi alla fine mi sono resa conto di essere nel posto giusto al momento giusto».
Deborah ama fare due cose, disegnare e lo sport. La prima l’ha realizzata a Londra diventando designer di interni, la seconda a Seattle dove ha iniziato a frequentare una nuova disciplina la Booty Barre. Da allieva di Barre ha notato un particolare rilevante «Ho visto che mancava un elemento essenziale, come le ballerine hanno le loro scarpette, anche noi dovevamo avere le nostre. All’epoca non esistevano neanche le calze per yoga, così ho deciso di crearle. Le ho progettate, cucite e un giorno le ho indossate a lezione. Appena tutte le mie amiche di corso hanno visto le mie calze sono rimaste colpite dicendo che erano bellissime. Così ho pensato di far uscire il lato siciliano che è in me, di sviluppare quella dote di creatività mista a determinazione che solo noi possediamo e diventare imprenditrice, realizzando le calze».
Deborah, grazie alle tante esperienze pregresse sviluppate, decide di intraprendere un nuovo cammino, ma non voleva che le sue calze avessero il marchio “made in China” così cerca e contatta diverse aziende italiane, una di questa è la R-evenge di Milano, produttori di calze che hanno creduto nel suo progetto decidendo di investire su Deborah, aiutandola a produrle e commercializzarle. «Abbiamo collaborato in sinergia per un anno e mezzo e finalmente quest’estate, con il supporto della fondatrice di Booty Barre Tracey Mallett, le abbiamo lanciate insieme al Barre, al Rimini Wellness 2016, ed è stato un successo»
La nostra amica, grazie alla sua grande tenacia ha voluto portare avanti la sua idea e per farlo ha studiato, approfondendo ogni aspetto sia nella teoria che nella pratica «In questi due anni c’è stato tanto lavoro e ricerca, io non avevo mai realizzato qualcosa di simile quindi ho supportato la mia improvvisazione al concetto americano di “You can do it,” ma devi essere preparato. Pertanto sono andata a lavorare in una fabbrica di calze dove ho appreso come si creano, che materiale scegliere, come realizzarle, questo è stato fondamentale per me. Nel frattempo sono diventata anche istruttrice di Barre, capendo come far utilizzare al meglio alle allieve la mia invenzione».
Abbiamo chiesto a Deborah in cosa consiste la nuova disciplina Booty Barre, ancora sconosciuta in Italia «Barre è una fusione tra danza classica, yoga e pilates. Il suo nome deriva dal fatto che durante la pratica si utilizza la sbarra della danza classica, eseguendo le posture specifiche del balletto come la prima, la seconda e la quinta posizione con relativo movimento di braccia. Abbiamo al suo interno anche tante figure di pilates e meno di yoga, è un’attività che aiuta il corpo e lo migliora, aggiusta la postura e ci permette d’essere più toniche».
Le calze di Deborah si chiamano Uppies, unione di Up (su) e Happie (felicità) e la loro struttura è davvero particolare «Quando le ho disegnate, ho pensato al fatto che facendo Barre si sta molto in relevè e ho notate come le allieve lamentavano spesso, al termine della lezione, un dolore nella zona plantare, subito sotto le dita, proprio perché quel punto subisce la pressione. Nelle mie calze, ho inserito un cuscinetto di gel, così quando si sta in relevè non si avverte più l’impatto duro con il suolo ma c’è questo strato che attutisce. Poi ho pensato a dargli un tocco fashion, partendo dall’idea delle scarpette di danza classica, ho preso i nastri e li ho riadattati alle mie calze, anche perché le stringe aiutano a sorreggere e fermare la caviglia. Queste calze hanno un antibatterico dentro che evita la formazione di vesciche, una novità assoluta che nessun’altra calza Barre possiede, inoltre sono antiscivolo ma agevolano tutti i movimenti». Le Uppies sono in vendita nel sito di R-evenge e presto anche nel website di Deborah che, nel frattempo, continua a fare promozione in tutto il mondo e a progettare una linea di abbigliamento dedicata al Booty Barre.
Prima di lasciare Deborah le abbiamo chiesto se le manca qualcosa delle sue “vite” passate e lei ha simpaticamente risposto «Si, della mia vita come avvocato mi manca il potere, il fatto che una piccolina come entrava o in carcere o si alzava difronte al giudice, oppure durante le riunioni e tutti stavano li a sentirmi parlare; ecco quella sensazione bellissima mi manca. Però facendo ora l’imprenditrice di me stessa questa emozione sta tornando! Per il resto non sento nostalgia di nulla se non di Catania a volte. Io non riesco a non lavorare, sono dell’idea che a dire no c’è sempre tempo, dire si è facile e sentire che sto producendo qualcosa, per me è fondamentale. L’America ti aiuta, qui nessuno ti chiede il tuo background, l’importante e che qualsiasi cosa svolgi la fai bene. Se io fossi stata in Italia avrei dovuto ascoltare mio padre e oggi mi ritroverei in banca e invece qui sto bene e sono appagata e felice di fare il mio lavoro».