PALERMO
A lanciare l’allarme e’ Salvatore Corrao, professore associato presso l’Università degli studi di Palermo e direttore del dipartimento di Medicina interna dell’Ospedale civico di Palermo, nel corso del XX Congresso della Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti (FADOI): «Nel 2050 prevediamo che i batteri diventino sempre più resistenti e ad oggi non ci sono sufficienti terapie per contrastare il fenomeno. I nuovi antibiotici a livello mondiale, rispetto a questa previsione, sono molto pochi».
«Gli Usa stanno investendo miliardi e stanno migliorando le procedure di approvazione mentre in Italia bisogna sottostare a vari passaggi burocratici tra cui l’Ema, l’ente europeo, l’Aifa e ulteriori 21 approvazioni. Nel nostro Paese – continua Corrao – si investe poco in Sanità, circa il 6% del prodotto interno lordo contro il 20% degli Stati Uniti o il 10% della Francia».
La resistenza agli antibiotici dipende spesso anche da un errato utilizzo delle cure o da prescrizioni non esatte. «Dobbiamo puntare sull’appropriatezza della prescrizione degli antibiotici da parte dei medici. – specifica Corrao – Spesso si prescrive anche quando non ce n’è bisogno. Ci vogliono terapie più appropriate e con il giusto dosaggio».