CATANIA
Il Catania ha centrato 3 vittorie in campionato: contro la prima, la terza e nel derby col Messina che fornisce motivazioni comunque. Questa è la prima motivazione evidente per cui la prossima partita con la Paganese (domenica alle 16.30) assume un peso significativo.
Basta guardare con chi il Catania ha pareggiato (Fondi, Andria, Reggina, Taranto, Melfi), tutte squadre di media classifica, così come l’Akragas con cui i rossazzurri hanno perso.
Insomma, la tendenza sembra abbastanza chiara: se i rossazzurri trovano di fronte squadre che tendono prima di tutto a distruggere il gioco delle avversarie, fanno fatica. Se invece, hanno a che fare con squadre più propositive, riescono a dare forma e peso diversi ai propri risultati.
L’eccezione può essere rappresentata solo dalla sfida di Matera. Perché i lucani sono fra i più forti del girone (quarti) e perché proprio in quella partita il Catania non aveva meritato (nemmeno il pari, per la verità). L’eccezione che conferma la regola, dunque. La regola di queste prime 10 giornate in cui il Catania è stato grande (o quasi) con le grandi e piccolo (o quasi) con le piccole.
Ecco perché, la Paganese assume più importanza del Lecce. Reduce da due sconfitte consecutive (con Juve Stabia e Cosenza), tredicesimo posto in classifica a +2 dai rossazzurri.
La classica vittima sacrificale, di una squadra blasonata e convinta dei propri mezzi. E qui cascherebbe l’asino (o l’elefante, fate voi…) qualora gli uomini di Rigoli non riuscissero ad essere capaci di tirare fuori una prestazione convincente e… altri tre punti.
La vittoria col Lecce, le parole di Lo Monaco sempre più convinto della bontà del gruppo, quel pizzico di buona sorte a cui non voltare le spalle. Tutte cartucce da non sprecare. A proposito di cartucce (quelle evocate dall’ammnistratore delegato rossazzurro), la zona play off è distante solo 4 punti. E dopo la Paganese, alla prossima c’è il Foggia. Un’altra grande. Quella con cui non far cambiare la regola…