La sezione centrale della Corte dei Conti boccia il piano di riequilibrio varato dal comune di Catania, lasciando solo un piccolo spiraglio che però non genera ottimismo. Nel mese di maggio i magistrati della sezione siciliana, dopo aver analizzato la situazione, avevano chiesto un parere alla sede di Roma sulla mancata risoluzione delle criticità rilevate nel corso degli ultimi esercizi finanziari e sul peggioramento del quadro contabile, maturato al momento dell’approvazione del piano.
La risposta della sezione delle Autonomie della Corte dei Conti di Roma è stata perentoria: «Il ricorso alla procedura di riequilibrio non può rivelarsi un artificioso escamotage con il quale si evita la dichiarazione di dissesto». Il documento, una trentina di pagine in tutto, recita testualmente: Esame del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale. Corretta interpretazione dell’articolo 243 – quater, comma 7 del Tuel, con specifico riguardo al “grave e reiterato mancato rispetto degli obiettivi intermedi”, in costanza del quale la stessa norma prevede l’attivazione della procedura del dissesto guidato.
In sostanza, la Corte ha sollecitato l’intervento dei colleghi siciliani, che a questo punto sono obbligati ad operare una valutazione sull’eventuale miglioramento della situazione. Unica opzione che scongiurerebbe l’intervento del prefetto. Nel caso di inevitabile attivazione della procedura prevista dall’art. 243 quater comma 7 (con l’applicazione dell’art. 6 comma 2 del decreto legislativo 149/2011) il prefetto, Maria Guia Federico, si vedrebbe costretto ad assegnare al Consiglio Comunale un termine non superiore a venti giorni per la deliberazione del dissesto. La Corte romana, d’altro canto, chiude il suo pronunciamento con chiarezza: «La Sezione di controllo per la Regione siciliana si atterrà al principio enunciato nel presente atto di orientamento».
27 dicembre 2016