CATANIA
Quello che vedete nell’immagine di copertina è il distributore Eni di Via Ruggero di Lauria a Catania. Per oggi nessuna erogazione, i birilli rossi bloccano l’accesso e una volante della guardia di Finanza l’uscita. È stato sequestrato questa mattina durante un blitz delle fiamme gialle: 14 le persone finite agli arresti domiciliari e 15 i provvedimenti di obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria ma i soggetti indagati sono 97. Sigilli anche per 25 pompe di benzina. Quella di via Ruggero di Lauria è appunto una di queste. Come anche il distributore Esso di piazza Galatea. Altri al Fortino e a San Giovanni Galermo. L’obbiettivo era unico: fare soldi vendendo gasolio agricolo di contrabbando e dunque baipassando il pagamento delle imposte. Spostiamoci di alcuni chilometri arriviamo a Siracusa, poi a Ragusa ma deviamo anche verso Enna. Il copione era lo stesso.
Così è stata smascherata la filiera del contrabbando di carburante: dai depositi ai distributori che erano il terminale ultimo dei sistemi di frode e la società cartello che aveva in mano la gestione della rete criminale si trovava a Napoli. Tutti divisi in gruppi, c’era chi acquistava gasolio, chi si occupava della vendita e chi della manomissione delle colonnine di erogazione. Passavano sottobanco tonnellate di gasolio. Con un’evasione fiscale di 45 milioni sulle imposte dirette, 30 milioni sull’Iva e 4 milioni di accise. Un grosso giro di denaro, dunque. Ma si sa dove ci sono volumi di affari interessanti potrebbe esserci lo zampino della criminalità organizzata.
Una maxi frode dunque e a pagare di tasca sempre e solo i clienti che acquistavano a prezzo pieno gasolio “sotto traccia”.
17 gennaio 2017