Il visone americano è l’unico animale allevato in Italia per la produzione di pellicce. In quattro anni Essere Animali ha diffuso tre indagini che documentano le condizioni dei 200mila visoni ancora richiusi nei venti, o poco più, allevamenti rimasti attivi in Italia. L’ultima indagine, di pochi giorni fa, mostra ancora una volta la presenza di animali con lesioni e di cadaveri all’interno delle gabbie. Le immagini, raccontate da Rosita Celentano, sono state diffuse sui quotidiani durante la settimana della moda di Milano, ma anche attraverso azioni dimostrative in strada e petizioni per affermare nuovamente il bisogno di una legge che introduca nel nostro paese il divieto di allevamento di animali da pelliccia.
Che la battaglia contro le pellicce sia da sempre fatta dalle associazioni per i diritti animali è cosa scontata. Nell’era hi-tech in cui viviamo, in cui sono stati creati moltissimi materiali altrettanto caldi senza bisogno di commettere atrocità sugli animali, puzza proprio di crudeltà inutile. Chi sostiene le pellicce rivendica la libertà di vestirsi come meglio crede in una società che avrebbe già scelto di allevare e uccidere animali, anche quando non necessario, per soddisfare i propri bisogni, primo fra tutti l’alimentazione. Potremmo controbattere in mille modi a questa affermazione. Innanzitutto, la maggioranza delle persone vorrebbe vietare gli allevamenti di animali da pelliccia, per la precisione l’86,3 per cento degli italiani secondo il rapporto Italia 2016 diffuso da Eurispes. Inoltre, se ci pensiamo, è assurdo ragionare così perché adottando tale presupposto si giustificherebbe sempre l’accettazione dello status quo.
In gabbia un animale selvatico è più frequentemente soggetto a comportamenti stereotipati, atti di autolesionismo e aggressioni con gli altri individui che condividono lo stesso destino. In caso di un animale semi-acquatico come il visone, il cui benessere passa necessariamente dal contatto con l’acqua, lo stress per questa vita si moltiplica enormemente. Le indagini di “Essere Animali ” hanno documentato tutto ciò grazie al posizionamento di telecamere nascoste e al lavoro di un infiltrato all’interno degli allevamenti. Le immagini, trasmesse dai telegiornali nazionali, mostrano anche il momento dell’uccisione, che avviene inserendo gli animali in camere a gas. Con la campagna Visoni liberi chiediamo una legge che vieti questa tipologia di allevamento. Diversi paesi lo hanno già fatto e importanti segnali vengono anche dal mondo della moda.
17 marzo 2017