CATANIA
Non è ancora chiaro se si tratti della stessa banda o di due gruppi diversi che hanno agito quasi alla medesima ora e con le stesse modalità: vetrina mandata in frantumi e merce sparita per migliaia di euro di danni. Ancora in corso le indagini dei Carabinieri della sezione investigazioni scientifiche. I militari stanno visionando i filmati delle telecamere interne e non è escluso che ci siano delle novità già nelle prossime ore.
Per ora bocche cucite tra i proprietari dei negozi di abbigliamento e materiale elettronico presi di mira dai ladri; “Papini” di Corso Italia e del vicino “Jepssen” nella vicina via Alberto Mario. Sulle modalità dei furti non ci sarebbero dubbi: entrambe le attività sarebbero vittime della cosiddetta “spaccata”: ovvero un’auto lanciata a tutta velocità contro la vetrina che, per quanto possa essere blindata, non riesce a reggere al tremendo urto e va in mille pezzi.
Spesso più che i danni materiali, visto che i negozi sono assicurati, è l’amarezza a turbare l’animo dei proprietari. In Corso Italia gli operai sono già al lavoro per coprire il buco con pannelli di legno e riprendere immediatamente la propria attività. Più lunghe, invece, le procedure per il “Jepssen” tra via Carnazza e via Alberto Mario. In attesa che la polizia trovi i ladri, in tutta la zona di Corso Italia serpeggia il malumore tra i commercianti.
Qui lo scorso 21 settembre, proprio accanto a Papini, fu dato fuoco alla vetrina e al pavimento dell’ingresso della caffetteria “Cortile Capuana”. Altro episodio sei mesi fa dove, ad andare in frantumi, fu la vetrina di “Ultimoda”. Oggi, a telecamere spente, molti imprenditori della zona spiegano che questo, ormai, non è più il salotto buono della città e temono di essere le prossime vittime della tanto temuta “spaccata”.
30 marzo 2017
