CATANIA
Nicolosi. La storia delle espropriazioni fallite dal Comune di Nicolosi è antica quasi quanto il racconto della storia naturale e generale dell’Etna narrata dal Canonico Giuseppe Recupero segretario dei Pastori Etnei, Socio De Colombari di Fiorenza e membro degli Antiquari di Londra. Ma se leggendo l’affascinante racconto del canonico si rimane colpiti da tanta sapiente conoscenza, di contro si rimane esterrefatti nello scorrere i capitoli che narrano delle travagliate vicende che hanno visto le amministrazioni comunali di Nicolosi tentare di espropriare i terreni del comprensorio del Rifugio Sapienza e raggiungere poi il suo culmine sotto l’amministrazione guidata dal sindaco geom. Antonino Borzì.
Avevamo lasciato il nostro lettore al capitolo in cui si narrava della vicenda riguardante l’istituzione della ztl che ha avuto, tra i suoi effetti, quello di scatenare le ire e l’indignazione delle associazioni di camperisti che si sono ritrovati a dover sborsare delle somme non indifferenti a fronte della totale assenza di servizi, ed avevamo anticipato che ci saremmo occupati di illustrare come tale non-servizio è reso su aree che il Comune di Nicolosi forse non ha mai posseduto. Non potevamo quindi deludere il lettore di questo best seller che, andando avanti nel suo racconto, si fa sempre più avvincente ed intrigante.
Tutto inizia negli anni 70, quando con il primo procedimento espropriativo si costruisce il piazzale dei parcheggi nel tratto compreso tra la stazione di partenza della Funivia ed i Monti Silvestri. Ordinanze Sindacali ed occupazioni temporanee che restano talmente impantanate nei meandri delle procedure che sfociano alla fine nell’inesorabile epilogo: «il procedimento espropriativo non veniva concluso con l’emissione del provvedimento definitivo che dichiarava l’espropriazione dei terreni a favore di questo Comune e la procedura diveniva illegittima». Questo lapalissiano asserto è frutto non dell’uomo della strada, men che meno da sedicenti cantastorie di piazza ma è scritto nero su bianco dal dirigente dell’Ufficio Esprorpiazioni del Comune di Nicolosi. Già proprio così. Perché quando i legittimi proprietari dei terreni rivendicano il diritto di proprietà, chiedendo di esercitare i propri diritti, anche in sede giudiziaria, e dopo gli assordanti silenzi che hanno seguito tutte le proposte conciliative da essi avanzate, ad un tratto si levano gli scudi dell’Amministrazione Comunale e del Sindaco Borzì che rivendica con fermezza la proprietà di dette aree intimando i legittimi proprietari a non preporre ulteriori azioni non possedendone il titolo.
Eppure è stato proprio il Sindaco Borzì a chiedere al suo stesso funzionario di relazionare in merito alle procedure espropriative, con lo scopo di poter dimostrare, senza smentite, che i terreni sono di proprietà dell’Ente. Ma leggendo la relazione prodotta dal Dirigente Comunale non si può che restare di sasso: tutte le procedure che dagli anni 70 ad oggi si sono succedute per espropriare i terreni dei parcheggi non sono mai andate a buon fine e, di fatto, divenendo illegittime, mantengono la proprietà ai legittimi proprietari.
Di fronte a tanta evidenza, la scelta dell’Amministrazione dovrebbe essere chiara e avviarsi, quanto meno verso una soluzione di compromesso per sanare un vero e proprio disastro amministrativo. Invece si rimane stupiti nel constatare che nonostante le evidenze emerse tra le righe della relazione, il Sindaco Borzì, decidendo di non prenderne nemmeno atto, con due delibere di giunta affida al proprio legale l’incarico di ricorrere in giudizio contro i legittimi proprietari per rivendicare la proprietà. Due delibere di giunta quelle precedenti meritevoli di approfondimento…. Di certo la valutazione circa la “complessità” e, ancor più, circa la possibile fondatezza dell’azione giudiziaria è la stessa problematica che si pone al Giudice in materia di lite temeraria e le buone regole di gestione della cosa pubblica impongono di effettuare tali valutazioni prima di intraprendere il giudizio e non rimettere all’Autorità giudiziaria delle questioni non indagate con la conseguenza certa di investire notevoli risorse economiche nel contenzioso e quella probabile di subire una condanna, anche per lite temeraria, qualora tali pretese non fossero state sufficientemente valutate prima di dar corso al giudizio. Ma in questo tipo di scelte il Sindaco Geom. Borzì ha ormai consolidata e comprovata esperienza.
Proprio sulle procedure espropriative fallite sugli impianti invernali il vano tentativo di addossare le responsabilità del fallimento ad altri e il tentativo di recuperare tre milioni di euro si è tradotto con una esemplare condanna ed un risarcimento di svariate centinaia di migliaia di euro a carico dell’Ente. Ma allora perché tutto questo? Perché nonostante il comune sia già stato condannato in passato a pagare diverse centinaia di migliaia di euro per l’occupazione illegittima dei terreni dei parcheggi e quindi riconosciuto soccombente ci si ostina a rivendicarne la proprietà? Perché se il Comune di Nicolosi era divenuto proprietario di detti terreni con le procedure che rivendica, tenta di espropriarli nuovamente dopo le eruzioni del 2001 e 2002 investendo di fatto soldi pubblici per un bene che avrebbe dovuto essere già suo? Perché il Comune non si è opposto all’esproprio che il Parco dell’Etna (ed il Sindaco Borzì era a conoscenza della procedura ablativa eseguita dall’Ente Parco) ha effettuato sugli stessi terreni se erano i suoi chiedendo quindi di stralciarli? Perché solo dopo che il Parco dell’Etna viene dichiarato soccombente dalla sentenza del CGA e quindi perde la proprietà acquisita con le procedure espropriative (appunto giudicate illegittime) tanto rinnovato interesse? Perché per decenni tanto silenzio ed ora tanto rumore? Perché per oltre vent’anni il Sindaco Borzì reclama una proprietà mai formalizzata, mai rivendicata, mai posseduta? Non desiderare la donna d’altri che opportunamente trasposto reciterebbe non desiderare il terreno d’altri!
Una infinità di domande, dai contorni sfocati, empi di illogicità e contraddizioni, dal sapore beffardo e che forse solo scomodando un maestro della letteratura italiana come Manzoni si può tentare di decifrare: «Costui protegge, dirige, che so io? Una contadinotta di là; e ha per questa creatura una carità, una carità…. Non dico pelosa, ma una carità molto gelosa, sospetta, permalosa».
Ai posteri l’ardua sentenza.
Intrecci nicolositi… pardon.. misteri nicolositi