In prossimità delle elezioni regionali, i vescovi di Sicilia lanciano un appello per una competizione elettorale “corretta e leale, attenta ai problemi concreti della nostra gente e non preoccupata del successo di parte e dell’occupazione dei posti di potere” e mettono in guardia dal rischio “dell’astensione”. Per i presuli, “la Sicilia non può più aspettare e grava su tutti la responsabilità di elaborare soluzioni praticabili ed efficaci nel superiore interesse dei cittadini, dei poveri e degli ultimi”. Le riflessioni, che nascono “alla luce della Dottrina sociale della Chiesa” e vogliono “annunciare una parola di speranza”, sono diffuse oggi a conclusione della sessione autunnale di lavoro della Conferenza episcopale siciliana, riunita a Caltagirone. “Nessuno può esimersi dalla responsabilità di partecipare fornendo il proprio contributo di idee e di proposte sui temi di maggiore rilevanza politico-amministrativa. La costruzione della casa comune – sintetizzano i vescovi in documento pubblico – non può diventare appannaggio di gruppi autoreferenziali che pretendono di governare in forza dell’investitura di una parte minoritaria del popolo siciliano”. Per i vescovi, “la Chiesa siciliana non può non interrogarsi sulle condizioni di vita delle donne e degli uomini della nostra Regione, sulle possibilità di trovare soluzioni ai numerosi bisogni che affliggono la popolazione: la disoccupazione (specie giovanile e femminile), ancora a livelli allarmanti, e poi la questione della formazione professionale, legata all’obbligo scolastico, bloccata sul nascere; oppure quella delle infrastrutture fragili e del dissesto idrogeologico, tanto per citare alcuni esempi”. I vescovi chiedono infine ai candidati “competenza, correttezza e coerenza morale nell’impegno socio-politico-amministrativo” con un “netto rifiuto delle varie forme di corruzione e di clientelismo” e una forte “coerenza etica personale”.