CATANIA
Cinque sono i gol, sei i punti nelle ultime due partite. Forte e chiaro, è questo il contenuto del messaggio spedito dal Catania agli avversari di campionato. La vittoria rotonda e preziosa contro la Paganese pone in esame tante considerazioni e permette di fare spunti interessanti per il cammino che si delinea all’orizzonte degli etnei.
Prima su tutti, la prestazione. Se per 45 minuti si è assistito all’incubo di un Reggio Calabria bis per le occasioni sciupate e la dormita difensiva in occasione dello svantaggio, al contrario la ripresa tambureggiante ha lasciato intravedere che, modulo a parte (e già ci si interroga con insistenza sul togliere le mani dal 4-3-3) il problema del Catania non stava nella forma quanto nella mentalità, appagante dopo il filotto di 6 successi consecutivi.
Il Catania sembra aver fatto di necessità virtù dunque, e come si è visto a Pagani è stata un crescendo soprattutto in termini di maturità. Di Grazia è stato di parola ed è prepotentemente entrato in questo campionato con due grandi gol, Ripa ha timbrato il cartellino e se poi inseriamo anche il marchio di Lodi dalla sua congeniale mattonella, il mancino direttamente da calcio di punizione, i segnali sono incoraggianti.
Lucarelli ha confermato di aver sbottato (e forse non solo quello) nell’intervallo per la mancanza di cattiveria. Una ripresa però è arrivata, ed una risposta anche in termini statistici c’è: 9 gol in due partite contro avversari sì inferiori sulla carta ma non certo facili da superare senza imbarazzi.
I tanto attesi sei punti sono arrivati, a Catania però si preferisce non volare alto ed è per questo che l’insaziabile Lucarelli (e in coro i giocatori) non hanno altro pensiero in testa che il prossimo step: stadio Angelo Massimino e la sfida al Catanzaro, per confermare l’inversione di tendenza e la maturità di un gruppo che sembra aver scacciato i fantasmi.
8 novembre 2017