CATANIA
La fiaba natalizia per antonomasia. Lo Schiaccianoci, in scena ieri sera a Catania, nel tradizionale appuntamento dell’8 dicembre che ha portato la magia delle favole e l’incanto del balletto di San Pietroburgo
È la favola di Natale per eccellenza.
Lo Schiaccianoci è il balletto che trasporta nel magico mondo delle fiabe: è il coraggio del soldatino dalla casacca rossa che ha combattuto l’esercito dei topi e salvato la fanciulla, viaggiando tra fate e creature incredibili. Un sogno che si rivive grazie alla magia che Tchajkovskij ha trasformato in musica.
Il tutto a Catania, nella sera dell’Immacolata, con le eleganti scenografie incantate del Balletto di San Pietroburgo che hanno fatto rivivere la celebre fiaba di Hoffmann.
È la vigilia di Natale ed è festa nella casa della piccola Clara che riceve in regalo dallo zio, uno schiaccianoci di legno che il fratello le romperà subito per dispetto.
Lo zio lo ripara e quando stanca dopo una notte di giochi e danze, Clara andrà a letto e in sogno il suo schiaccianoci si ritroverà costretto a lottare contro un esercito di topi. Lo schiaccianoci prendere i soldatini giocattolo del fratello di Cara e tra mille peripezie sconfigge i nemici ammazzando il re topo.
Ed è qui nel secondo atto che avviene la magia: lo schiaccianoci di legno si trasformerà in un principe in carne ed ossa.
Con Clara al suo fianco, il principe schiaccianoci entrerà nel regno delle fate e dei dolci. E inizia la festa. Con le danze della cioccolata, del te, degli zufoli per poi culminare nel magnifico valzer dei fiori.
È mattina e la piccola Clara si sveglia e si accorgerà d’aver dormito tutta la notte tenendo stretto a sé il suo amato schiaccianoci di legno.
Una fiaba per grandi e piccini. Insomma la migliore occasione per aprire le porte alle festività natalizie.
Unica annotazione: anche il mondo del teatro risente certamente delle difficoltà economiche. I costumi di scena erano di semplice fattezza, la scenografia era minimal e il corpo di ballo in buona parte di giovane età, non aveva il lustro e lo spessore della tradizionale cultura dell’arte della danza di cui la Russia si è sempre contraddistinta, non era un punto di forza.