In una città blindata, centinaia di ragazzi protestano contro il Presidente del Consiglio. Ma il vero spettacolo è sul palco ed è targato Matteo Renzi!
Con un’introduzione di puro qualunquismo atto ad accaparrai applausi parlando di pure ovvietà ed argomenti talmente generici da perdersi nel passaggio tra uno e l’altro, Renzi sale sul palco catanese della Festa dell’unità per chiudere due settimane poco esaltanti che hanno visto giornate con anche solo una decina di spettatori.
Si parte con argomenti che uniscono l’Italia, come la mafia delle stragi che colpì anche Firenze a pochi giorni da Palermo, per introdurre i ringraziamenti al presidente Mattarella, per passare subito dopo al recente terremoto e al cane eroe di Amatrice portato davanti alla Merker nell’ultimo congresso europeo per mostrare la grandezza italiana!
Argomenti uniti tra loro per riscaldare il pubblico come un bravo showman per poi presentare gli uomini fidati messi ai vertici per “migliorare le case”, si poteva lavorare prima che crollassero e controllare gli appaltatori, chiedere il solito sacrificio ai giovani, che non si è capito stavolta quale sia, ed attaccare poco velatamente il M5S.
Poi chiede anche di non attaccare Virginia Raggi! e di lasciarla lavorare in tranquillità, perché il PD non è come loro!
Nel frattempo, Catania è blindata da piazza Iolanda a piazza Duomo. Ma nessuno ferma il corteo cittadino che prosegue in via Umberto dove una foltissima schiera di ragazzi inneggia contro Renzi ed il suo progetto politico gridando: << Cacciamo Renzi!! >>.
Renzi attacca D’Alema
Tornando al palco del PD, dopo aver raccontato ciò che hanno fatto al Governo, esclama: <<Ma non parliamo di ciò che abbiamo fatto!>> e continua a parlare di ciò che ha fatto il PD, sempre col supporto del fidatissimo NCD, del lavoro che manca e di come il pil sia leggermente salito dal 2014.
Cita, tanto per far sapere che li conosce, Archimede, che usa per parlare delle riforme fatte sulla scuola, Giorgio La Pira, per sintetizzare il discorso sulla nuova Europa ed attaccare quelli del PD che non la pensano come lui, e Pietro Bartolo che gli serve da metro per ricordare l’emigrazione continua. Ma il culmine del pomeriggio si tocca al momento in cui Renzi inizia a parlare del referendum costituzionale, dove tra conti persi durante il conteggio e parole buttate a caso manco fosse il Saturday Night Show, oltre ad inizi di megalomania alla Silvio in cui parla di se stesso in terza persona, legge un programma dell’Ulivo degli anni ’90 in cui si legge esattamente quello che vorrebbe oggi riformare in Costituzione ed attacca senza limite alcuno il compagno di partito Massimo D’Alema!
Capisco che tra i due non c’è mai stata grande amicizia, anche se Renzi si trova lì anche grazie a D’Alema, ma sputare fango così apertamente alla parte fondatrice del partito che ora rappresenta, non è segno di forte debolezza interna e assoluta assenza di coesione d’idee?!
Naturalmente quando le idee non sono condivise dal Duce?! Scusate, da Matteo Renzi.