La Commissione Parlamentare Antimafia ha sentito oggi in audizione Piero Nava il testimone oculare dell’agguato in cui, la mattina del 21 settembre 1990, perse la vita il giudice Rosario Livatino
Roma. La Commissione ha ricordato il sacrificio di un «magistrato integerrimo e coraggioso con la preziosa testimonianza di chi ha permesso di identificare gli autori materiali del delitto e risalire ai mandanti».
L’audizione , come sottolinea la commissione «è stata l’occasione per ripercorrere tutta l’esperienza di Nava, in un periodo in cui nella nostra legislazione non esisteva una chiara distinzione tra testimoni e collaboratori di giustizia».
«Abbiamo avuto una toccante testimonianza della normalità di cui c’è bisogno per combattere le mafie – ha detto la presidente Rosy Bindi – La morte ha unito Livatino e Nava ma per il loro coraggio e la loro serietà sono stati scritti nello stesso libro della vita».
«Abbiamo voluto lasciare agli atti del Parlamento le parole di un pioniere, che con grande semplicità e senza essere sfiorato da alcun dubbio ha compiuto il gesto, allora dirompente, di denunciare il crimine a cui aveva assistito, senza neppure sapere che si trattava dell’omicidio di un magistrato – ha aggiunto Bindi – Una scelta che, ci ha detto, rifarebbe anche domani, non come un atto eroico ma come il dovere di ogni cittadino, perché tutti dobbiamo sentirci parte dello Stato». Piero Nava ha anche accettato di collaborare con i parlamentari della Commissione Antimafia che stanno lavorando alla riforma della legge sui Testimoni, all’esame della Commissione Giustizia della Camera.