CATANIA
Naso rivolto all’insù, sguardo attento e macchina fotografica pronta. “Who is Michele Rapisardi?”In un linguaggio a metà tra l’inglese e l’italiano maccheronico se lo chiedono Shoe e Linda, studenti di Manchester a passeggio per via Antonino di Sangiuliano. I due ragazzi armati di guide turistiche e tante ammirazione per la città di Catania che restano lì immobili nel tentativo di una traduzione last minute con l’app del cellulare. Quella lastra di marmo annerita dallo smog che indica il punto dov’è nato il pittore corretto ed elegante vale la pena di essere decifrata. Nel Regno Unito questo tipo di testimonianze non saranno così diffuse ma ai piedi dell’Etna, soprattutto nel centro storico, queste guide storiche se ne possono trovare a decine. Alcune sono antichissime e in latino raccontano di una città romana in pieno sviluppo commerciale (La Pescheria) altre hanno appena pochi anni e ricordano ai passanti l’emozione che i devoti provano ogni volta che il fercolo di Sant’Agata esce dalla Cattedrale (via Plebiscito). Ci sono poi le testimonianze di una Catania che ha partecipato al Risorgimento italiano ospitando Nicola Fabrizi in una casa di via Antonino Mancini, oppure- come recita la targa di piazza Martiri della Libertà- ricorda il punto in cui otto patrioti morirono per la libertà D’Italia. In via Etnea, invece, si avverte il passante che da un balcone, nei pressi di via Ingegnere, Giuseppe Garibaldi pronunciava le storiche parole O Roma O Morte. Tra via Vezzosi e via Scammacca si individua il luogo in cui venivano radunati i soldati che dovevano partire per il fronte durante la prima guerra mondiale. In via Sant’Euplio c’è l’incisione che riporta il tempo indietro fino all’8 luglio del ’43 quando i bombardamenti alleati distrussero gran parte della città e cancellarono il tempio di Sant’Euplio patrono della città. E ancora, in via Vittorio Emanuele si ricorda il punto in cui nacque lo scienziato e filosofo Vincenzo Tedeschi Paternò Castello. Elencarle tutte sarebbe impossibile. Molte sono andate perdute per sempre, qualcuna è ancora in buone condizioni, la maggior parte è annerita dallo smog. Scatta una specie di caccia al tesoro. I turisti non si perdono d’animo e con la tipica calma “british” si scattano a vicenda le foto davanti ai palazzi che ospitano le incisioni storiche. Non sarà certo come farsi immortalare in piazza Duomo ma resta pur sempre un ricordo da portare a casa e mostrare ad amici e parenti. Un “click” che va oltre gli Archi della Marina, di via Etnea e di piazza Duomo ed immortala un universo marmoreo che si può ammirare a 3-4 metri di altezza e che ripercorre tanti eventi di Catania sconosciuti perfino ai catanesi.