CATANIA
Deve rispondere di atti persecutori un ragazzo catanese di 26 anni che ha picchiato la moglie fino a romperle il setto nasale.
Pugni, calci e schiaffi. Ogni settimana sul corpo della moglie c’erano i segni della violenza… della sua violenza. La ammazzava di botte per farla ubbidire. E un giorno sferrandole un pugno al volto e facendola cadere a terra le ha rotto il setto nasale.
Ma quelle terribili angherie non si sono fermate neanche durante la gravidanza. Il suo compagno, catanese di 26 anni, la percuoteva quasi quotidianamente perché lui «quella femmina» non la voleva. Pretendeva il maschio.
«Voglio un maschio altrimenti ammazzo quello che già abbiamo». E si perché loro già un bimbo di 8 mesi lo avevano avuto ma il ventiseienne voleva il secondo e minacciava la compagna quotidianamente.
Una storia che ha dell’assurdo e che vede ancora una volta una donna vittima di un uomo fra le mura domestiche. La stessa ragazza che, però, lo scorso anno ha avuto il coraggio di denunciare tutto in commissariato ed è stata subito inserita all’interno di una struttura protetta insieme con il figlioletto.
Un racconto che ha fatto rabbrividire anche gli agenti: anni di violenze e vessazioni cui era costretta a sottostare per mantenere gli equilibri familiari ma ad un certo punto non ce l’ha fatta più. Le indagini sono scattate subito e l’Autorità Giudiziaria ha emesso il provvedimento di avviso di conclusione delle indagini all’indagato.